La Voce di Trieste

Accordo segreto Passera-Tondo-Cosolini (Pdl-Pd) per speculazioni immobiliari sul porto di Trieste?

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I vasti spazi demaniali del porto di Trieste, che ha regime di porto franco (Free Port) internazionale, sono oggetto da anni di appetiti della speculazione immobiliare e edilizia privata, sostenuti da schieramenti politici trasversali che se ne aspettano evidentemente un proprio tornaconto. Ma non è possibile concretare le speculazioni senza rimuovere dalle aree la destinazione a portofranco e sdemanializzarle.

Un primo tentativo di forzare questi vincoli, appoggiato dai sindaci di Trieste precedente ed attuale Dipiazza (Pdl) e (Pd) con l’appoggio del ‘governatore’ del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, è rimasto bloccato dagli ostacoli giuridici conseguenti e dai difensori dello status internazionale e del lavoro del porto. È inoltre oggetto dal gennaio 2012 di indagini della Procura di Roma nell’ ipotesi principale di tentata truffa allo Stato.

Ma secondo fonti confidenziali romane il sindaco Cosolini ed il governatore Tondo avrebbero ora concluso un accordo riservato col discusso Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, per la presentazione all’ultimo momento di un emendamento governativo (che scavalca le Commissioni parlamentari) alla legge di stabilità per sdemanializzare a sorpresa i 70 ettari lungomare del Porto Franco Nord della città, ed altri 36 ettari di banchine portuali ora utilizzate dalla Ferriera in dismissione del gruppo Lucchini.

Si indurrebbe così il Parlamento ignaro a privatizzare rovinosamente 106 ettari di costa pubblica violandone il vincolo di destinazione internazionale a porto franco, per consentirvi la più grossa speculazione edilizia ed immobiliare privata della storia della coste italiane, con capitali sulla cui provenienza sarebbe perciò doveroso indagare.

Se la notizie risultasse fondata si tratterebbe inoltre di speculazione illecita e fonte di contenziosi internazionali, attuata con trasversalità politiche che lasciano ipotizzare un sostrato di corruzioni che attraversi partiti politici anche contrapposti e settori di governo che dovrebbero contrastarle.

In attesa di smentite dei soggetti coinvolti, La Voce di Trieste provvede quindi immediatamente a chiedere la verifica della notizia alla Magistratura inquirente romana già investita dell’ambito di indagini specifico.

Le ipotesi penali rimangono quelle della prima denuncia, ovvero di tentata truffa allo Stato ed a terzi in violazione di accordi internazionali e della legge n. 17/1982.

 

© 6 Dicembre 2012

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