La Voce di Trieste

Le gabbie del giornalismo a Trieste

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Pochi colleghi hanno la possibilità di dirlo apertamente, ma il vero problema professionale del giornalismo in lingua italiana Trieste è il monopolio sostanziale del quotidiano Il Piccolo, che non ha una storia e realtà attuale di indipendenza, ma di feudo e strumento dei gruppi di potere locali.

Della sua vera storia e dei suoi ruoli politici reali, condivisibili o meno, ci occuperemo con inchieste apposite, ma è fuori di dubbio che il suo monopolio costituisca per i giornalisti di lingua italiana a Trieste una gabbia professionale e retributiva obbligata, che ha come alternative efficaci solo quelle di emigrare o cambiar mestiere. E non da ieri, ma dalla seconda metà degli anni ’50, quando venne soppresso il nostro ultimo, seguitissimo, colto e vivace quotidiano alternativo: Il Corriere di Trieste.

La copertina de "Il Piccolo"

La posizione di monopolio consente inoltre alla gestione del Piccolo tutta una serie di comportamenti malsani per il giornale e dannosi per la città: arroganze abnormi e violazioni della legge sulla stampa (ad esempio nelle rettifiche); interdipendenze e compromessi indecorosi con politici, partiti ed altri poteri; vere e proprie campagne di censura di fatto e di disinformazione (si veda ora quella sul Porto Franco Nord); qualità sempre più scadente dell’informazione fornita; trattamento professionale e retributivo deteriore dei giornalisti; spilorcerìa abnorme verso i dipendenti e collaboratori nonostante fortissimi incassi in pubblicità, necrologi e finanziamenti pubblici; tra questi, l’incasso di finanziamenti del Ministero degli esteri per servizi di cronaca estera in realtà inesistenti; trattamenti di riguardo reciproco non sempre dovuto con l’autorità giudiziaria; impunità abnormi in sede disciplinare di Ordine dei Giornalisti; e l’elenco potrebbe continuare.

Una gabbia analoga, ma per i giornalisti triestini di lingua slovena, è divenuto il quotidiano monopolista di settore “Primorski dnevnik” (Quotidiano litoraneo), per le situazioni locali di condizionamento politico, isolamento giornalistico e parassitismo economico delle quali cui abbiamo già scritto sul nostro n. 4, in solidarietà a chi ci lavora ed alla tradizione storica della testata.

Gli sbocchi professionali alla RAI sono limitati nei posti e dalle tradizionali lottizzazioni politiche, le agenzie hanno personale al minimo, e così gli uffici stampa, mentre i trattamenti economici complessivi sono quelli che emergono dalle notizie sindacali dell’Assostampa qui in pagina.

Mentre le testate alternative in rete ed a stampa come la nostra, sia in italiano che in sloveno e più o meno indipendenti ed incisive, sono ancora embrionali ed incontrano non poche difficoltà, naturali ed indotte da poteri trasversali ostili.

E sotto questo profilo non è per caso che in una città così ci sia una sola testata, la nostra, di battaglia informativa indipendente dura ed esplicita. In una situazione normale e non condizionata da poteri trasversali deteriori dovremmo essere almeno in due o tre, ed in concorrenza informativa tra noi oltre che col Piccolo, col Primorski dnevnik e col resto della stampa locale ‘di sistema’.

Il "Primorski dnevnik"

Sul giornalismo si fa molta retorica, anche a sproposito e confondendo quello pur degnissimo di routine professionale, o comunque lavorativa, con quello combattivo d’impegno ed inchiesta. Ma rimane verissimo che la differenza tra gestioni lobbystico-oligarchiche o democratiche sane di una comunità si misura sul modo e grado in cui il suo giornalismo vi fa circolare la linfa decisiva delle informazioni.

A Trieste questa circolazione è molto più asfittica che per il resto già problematico della stampa italiana, e se ne può rendere conto ancor meglio chi ha lavorato in particolare per la stampa estera di Paesi europei anche vicini, come nel caso di chi scrive l’Austria e la Slovenia.

Ma questa Voce ed alcune altre iniziative giornalistiche nuove, come (e non solo) in rete bora.la e slomedia.it oltre ad una quantità di blog interessanti, dimostrano che si può reagire e creare a Trieste qualcosa di innovativo e vitale, a beneficio di tutti. E che forse si potrebbero anche avvicinare od unire delle forze in sinergìe di maggior prospettiva.

© 25 Novembre 2012

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