La Voce di Trieste

Due incontri per pensare la scuola del futuro

di

Una riforma pedagogica dall’interno della scuola

L’aggiornamento previsto per molte categorie di lavoratori non spetta più agli insegnanti. Sembra un contro senso. Come fa allora un prof a tenersi aggiornato e a non implodere su se stesso? Semplice: deve usare le ferie o le giornate di permesso per seguire corsi di aggiornamento, o può chiedere le 150 ore per motivi di studio e ovviamente deve farlo a sue spese. Se poi il preside della scuola è una persona di strette vedute può addirittura non concedergli le giornate richieste. Quindi quando l’università o le varie case editrici, dislocate sul territorio, propongono degli incontri con professori universitari, intellettuali, scrittori o quant’altro non resta che gettarsi a pesce per ricevere stimoli, input o semplicemente per confrontarsi. In particolare, negli ultimi due mesi ai docenti di lettere di Trieste sono stati offerti due incontri formativi interessanti: quello promosso dalla casa editrice Loescher (www.loescher.it), che nella figura di Luca Zuliani, debitamente coadiuvato dalla professoressa Daniela Picamus, ha organizzato un incontro con il professor Francesco Sabatini che ha tenuto una lezione interessante sulla grammatica valenziale, e quello che si è svolto all’Università di Trieste (www.univ.trieste.it) con il professor Romano Luperini.

Dire in due parole che cosa sia la grammatica valenziale è un po’ arduo. Ma in internet, per chi fosse interessato ci sono diversi video che spiegano ogni dettaglio (http://vimeo.com/22189539).  Per chi, invece, ardesse dal desiderio di sapere qualcosa si può semplicemente dire che la grammatica valenziale (che per l’appunto la professoressa Picamus sta sperimentando al liceo musicale di Trieste) è un modo nuovo di concepire la grammatica, dove il punto di partenza non è più il soggetto ma il verbo, perché il verbo ci fa capire tutta la struttura della frase, tant’è che si parla di verbi zerovalenti, monovalenti, bivalenti… Perché come afferma Machiavelli nel suo discorso « … chi considera bene le otto parti de l’orazione nelle quali ogni parlar si divide troverà che quella parte che si chiama verbo è la catena e il nervo de la lingua, …; perché quelli nomi che ci sono incogniti ce li fa intendere il verbo, quale infra loro è collocato.» (Machiavelli, Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua). È evidente che seguire un metodo così diverso dalla tradizionale grammatica impartita nelle scuole è una sfida. Ma si sa che il mondo della scuola si gioca anche su questo, cioè su docenti “pionieri” che hanno ancora voglia di mettersi in gioco e di volersi sperimentare.

Anche l’intervento di Luperini merita alcune riflessioni. Esso si colloca nell’ambito dei seminari triestini di italianistica del corso di laurea magistrale delle Università di Trieste e Udine (www.uniud.it). Luperini è l’autore di un manuale scolastico utilizzato in molte scuole di secondo grado d’Italia e anche a Trieste. Sicuramente un manuale impegnativo, con il quale molti di noi si sono cimentati. Ma Luperini non era presente in quel di Trieste per pubblicizzare nulla, ma per discutere su: L’insegnamento della letteratura nei licei: proposta di un nuovo paradigma didattico, titolo interessante e intrigante voluto e suggerito dalla professoressa Musitelli Paladini, la promotrice dell’incontro. Un incontro fiume della durata di quasi tre ore che ha visto la partecipazione di studenti e docenti, che hanno avuto modo di ascoltare e ascoltarsi.

Lo studioso ha definito in modo pittoresco gli insegnanti una “riserva indiana sotto assedio”, la quale ha perso di credibilità, che si trova a fronteggiare quotidianamente situazioni di disagio senza avere gli strumenti adatti per farlo: aumento di alunni stranieri, riduzione orario scolastico, canone degli autori vetusto, mancanza di aggiornamenti, studio della letteratura italiana, in molti casi, passivo e frutto di un disciplinarismo angusto. Niente di nuovo direbbe qualcuno. Come fare dunque perché l’insegnamento della letteratura italiana sia ancora qualcosa di vivo che faccia presa sugli studenti? Forse facendo riferimento all’immaginario dello studente e pensando che la letteratura non deve essere una disciplina che va impartita dall’alto una volta per sempre ma è negoziabile, nel senso che si forma attraverso un dibattito nel quale lo studente deve ritornare ad essere un soggetto attivo. Lo studio di un testo non fine a se stesso, ma strumento per ampliare il pensiero. Questa è la scommessa dell’insegnante. Una letteratura che non deve essere, ovviamente, solo italiana, ma aperta agli influssi stranieri perché è importante che lo studente abbia una visione quanto più ampia del panorama letterario. Un insegnamento della letteratura che dovrebbe essere largamente culturale e umanistico, piuttosto che specialistico.

Luperini è dell’avviso che la scuola stia vivendo un momento delicato. E se la scuola non sarà in grado di offrire dal proprio interno una riforma pedagogica sarà travolta da una crisi. Gli insegnanti hanno rivestito un tempo e continuano a rivestire tutt’ora nella scuola un ruolo fondamentale. Non c’è tablet che li possa sostituire, perché nel rapporto insegnamento-apprendimento resta fondamentale il rapporto umano. Quanti di noi si ricordano ancora del maestro unico delle elementari che con cipiglio autoritario ci rimproverava? O della professoressa delle medie, che con fare ancora un po’ materno ci diceva di scrivere con una calligrafia più leggibile? O del professore del liceo che ci faceva brillare gli occhi quando ci leggeva il passo di Paolo e Francesca? La trasmissione del sapere avviene a livello antropologico e il rapporto umano rimane insostituibile. E poi resta la libertà dell’insegnamento che per il momento ancora nessuno ci ha tolto. Nessuno ci obbliga a seguire un canone, nessuno ci obbliga a fare ogni anno le stesse cose.  La riforma della scuola può ancora partire dal basso, dagli insegnanti, che devono ricominciare a condividere le esperienze, le idee, i vissuti, che devono vivere la dimensione della collegialità, dell’apertura, del confronto e perché no? Anche dello scontro, pur nel rispetto reciproco. In alcune scuole questo sta avvenendo. Se poi il tutto è condito anche da momenti di incontro extra-scolastico, il profumo si fa decisamente più intenso.

© 27 Gennaio 2012

Galleria fotografica

La locandina

Sfoglia online l’edizione cartacea

Accedi | Designed by Picchio Productions
Copyright © 2012 La Voce di Trieste. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trieste - n.1232, 18.1.2011
Pubblicato dall'Associazione Culturale ALI "Associazione Libera Informazione" TRIESTE C.F. 90130590327 - P.I. 01198220327
Direttore Responsabile: Paolo G. Parovel
34121 Trieste, Piazza della Borsa 7 c/o Trieste Libera
La riproduzione di ogni articolo è consentita solo riportando la dicitura "Tratto da La Voce di Trieste"