La Voce di Trieste

“Dalla rete alla realtà” e la storia di Ettore Monteleone

Musica, scrittura, controinformazione e indignazione

Con una poesia di Cergoli su Ponterosso, l’essenza triestina ha chiesto di risorgere.

Il bar caffetteria Knulp (www.knulp.org), in via Madonna del Mare, ha accolto sabato 24 settembre un incontro culturale partecipativo, prendendo il titolo e la tematica Dalla rete alla realtà. Marco Barone (http://baronemarco.blogspot.com/), blogger ed autore, ha presentato la storia di Ettore Monteleone, stereotipo del ribelle senza patria, alla ricerca costante “del libro” che possa svelare una volta per tutte la verità tra la menzogna circostante a tutta l’umanità. Ma la verità esiste? Di quale verità si sta parlando? Si parla dell’informazione.

Dal primo pezzo letto dall’autore durante l’incontro, pubblicato inedito sul suo blog (http://baronemarco.blogspot.com), Barone trasmette un messaggio chiaro di protesta, raccontato tra le righe di una storia  che s’incontra con il reale e il surreale, un racconto ad episodi, dove il lettore è portato a soffermarsi sui dettagli dello scritto, per riuscire ad estrapolarne il messaggio diretto. Raccontando una storia, Barone svela la realtà circostante, attraverso un urlo di protesta che non ha voce, ma ha essenza, quell’essenza di patria, di diritto, di riscatto di fronte alla precarietà a cui ogni giovane italiano, e non solo, è costretto per inerzia. Il sistema che uccide le menti. Chi pensa fa paura, allora eliminiamolo, ma in modo delicato, senza fare troppo rumore, senza che nessuno se ne accorga. Parla dell’Italia e di conseguenza prende una posizione che verrà definita “schieramento”. Invece è volontà di rinascere, in uno stato che appartiene a chi ne subisce lo scandalo.

La storia di Ettore Monteleone sarà, infatti, ambientata a Trieste e Venezia, quasi in una sorta di caccia al tesoro per riuscire a svelare il mistero di Bunga Bungasi, sequestrato da alcune femministe in rivolta. Tutto il primo testo e il nucleo del concetto originario sono stati messi poi in musica da Fulvio Bozzetta, cantautore di protesta triestino, il quale dalla prosa di una storia ne ha ricavato un inno di indignazione; “Una canzone per me… che la mattina mi lavo i denti senza sentimenti”, Una canzone per me, questo il titolo del testo inedito, che presto avrà un video visibile in rete. Perché la rete, dunque? Perché a differenza dei media, permette libertà di opinione e apertura d’informazione. In rete posso leggere e scegliere di credere quello che ritengo migliore; in televisione devo credere a quello che mi vogliono far credere. In rete posso esprimere il mio dissenso e farlo girare. In televisione nessuno mi ascolterebbe mai, se non sono “abbastanza manipolabile e manipolato”.

Come terreno fertile da cui partire per creare una comunicazione diretta, Barone e i presenti hanno scelto Trieste. O meglio, vogliono partire da un rione, quello di Città Vecchia, la zona più antica di Trieste e la più storica, dove storie e leggende continuano ad intrecciarsi e sono i triestini stessi a restare immobili e basiti di fronte a nuove vie e squarci mai trovati prima.

È Città Vecchia. La zona di Joyce, di Svevo, di Saba. Quanto è cambiata, però, rispetto a quando era zona portuale? Grazie all’iniziativa diretta e al sostegno della libreria Indertat (www.indertat.eu), è nato il progetto di un giornale autofinanziato e cartaceo di rione, chiamato appunto Citavecia Stari Grad, che vuole partire dalle mura di Cavana per ricavare una memoria storica. Come? Attraverso la comunicazione diretta. Attraverso il dialogo diretto.

Attraverso il coinvolgimento diretto. Giovani, anziani, famiglie, e passanti. Tutti insieme. E tutti sulla carta. No web, no rete, in questo caso. C’è bisogno di ricostruire un contatto diretto con l’informazione di nicchia e chiunque è il benvenuto a parlare e raccontare testimonianze, idee, ipotesi, problemi da risolvere nella zona di Città Vecchia, la più cara a tutti.

In attesa di idee, i presenti dell’incontro di sabato si riuniranno il 19 ottobre al Knulp per discutere delle possibili stampe, pezzi e progetti. Progetti, appunto. Si rinasce dai progetti, comunicando insieme.

© 29 Settembre 2011

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