La Voce di Trieste

È tutto vero: intervista a Salvatore Porro

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Salvatore Porro, lei organizza pellegrinaggi da Trieste a Medjugorje e fa affiggere in tutta la città manifesti con i messaggi della Madonna di Medjugorje: perché?

Per divulgare e far conoscere la bellezza di riscoprire la fede e di leggere i messaggi che la Madre di Gesù continua a dare ai sei veggenti di Medjugorje. È una gioia mettere quei 400 manifesti ogni 25 del mese, tutto a mie spese e grazie alle donazioni di molte persone. Ho iniziato nel 2010 nel 29esimo anniversario delle apparizioni: il mio timore è che qualcuno potesse danneggiarli, invece non è successo nulla. Inoltre organizzo pellegrinaggi a Medjugorje assieme a mia moglie: il prossimo si terrà dal 30 ottobre al 3 novembre. Nel 2005 è nato il Movimento Cattolico per la Famiglia e la Vita: siamo circa 80 persone che si ritrovano ogni mercoledì a pregare nella chiesa di Santa Maria Maddalena di via Pagano.

Come è avvenuto il suo avvicinamento a Medjugorje?

Devo dire che non credevo alla Provvidenza, ma dal 2002 ho la prova che c’è, basta invocarla con il cuore: ero a Medjugorje, zoppicavo perché avevo avuto un incidente in scooter il giorno prima. Mentre salivo sulla collina Podbrdo (luogo della prima apparizione ndr) un uomo che non conoscevo mi aiutò a salire. Giunti in cima iniziammo a recitare il rosario e dopo poco vidi una “corona di stelle” sopra la statua della Madonna. Al termine delle preghiere l’uomo che mi aveva accompagnato mi aiutò a scendere. Al termine della discesa scomparve e il giorno dopo il dolore al piede non c’era più.

La Chiesa è però molto prudente su Medjugorje, anzi, alcuni suoi rappresentanti sono apertamente critici, come ad esempio il precedente vescovo di Mostar, Pavao Zanic, il quale disse che «la maggioranza del pio pubblico è rimasta ingenuamente vittima della grande propaganda» mentre il suo successore, monsignor Ratko Peric ha dichiarato: «I numerosi messaggi assurdi, le bugie, le falsità e la disobbedienza associate fin dall’inizio agli eventi e alle “apparizioni” di Medjugorje, tutto confuta ogni pretesa di autenticità».

È giusto che sia così: finché le apparizioni sono in corso, giustamente, la Chiesa non può pronunciarsi e proprio per questo è al lavoro commissione internazionale di inchiesta e di studio presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Quelle pronunciate sia del vescovo Zanic che del suo successore Peric sono parole durissime, parlano di un grande bluff e noi pellegrini siamo stati definiti massa di ignoranti e cafoni. Come mai? Non lo so, davvero non riesco a capire il perché. Forse c’è una diatriba tra frati e curia, non so. Bisogna però ricordare che Zanic credeva alle prime apparizioni: venne convocato dalle autorità di Belgrado e, al suo ritorno a Medjugorje, iniziò a rinnegare: che sia stato minacciato? Dobbiamo anche tenere conto della situazione storica in cui tutto questo avvenne.

Non aiuta neanche la vicenda di padre Tomislav Vladic, guida spirituale dei veggenti prima di essere espulso dall’ordine francescano con accuse molto gravi come quella, ad esempio, di aver manipolato le coscienze.

Su questo non entro nel merito. Posso dire che lui ha costruito una grande struttura a Medjugorje, gestita da suore, per il resto non so. Noi preghiamo per lui come per padre Jozo Zovko (uno dei più fervidi promotori di Medjugorje, privato delle sue facoltà sacerdotali nel 2004, ndr). Tali vicende, comunque, non intaccano il senso di Medjugorje, anzi, più attaccano Medjugorje più persone ci vanno.

Sono stati condotti esperimenti e test scientifici sui veggenti.

Si ed io ho il filmato in cui luminari francesi e italiani dichiarano la validità dei test fatti ai ragazzi prima e durante le apparizioni: in quei momenti sono diversi, come se fossero in trance. C’è  una resistenza al dolore durante le apparizioni che è stata provata. I ragazzi non mentono e non fingono, pregano tutti sei insieme e poi, improvvisamente, smettono all’istante e, sempre tutti insieme, alzano la testa al cielo verso la Madonna.

Alcuni dicono che Medjugorje sia diventato un luogo di commercio sfrenato, quasi uno sfruttamento economico delle apparizioni.

Per quanto riguarda le bancarelle e i negozi ritengo sia giusto che ci siano: può anche essere che ci sia un fenomeno commerciale, ma è normale, è successo anche a Lourdes o da Padre Pio. A Medjugorje i contadini si sono trasformati in albergatori, taxisti e artigiani e si è creato un beneficio economico per gli abitanti locali. Sono state anche rivolte critiche ai veggenti, accusandoli di essere diventati ricchi, ma nessuno di loro vive in ville con piscina. Hanno semplicemente le loro case, ristrutturate, e basta. Inoltre ospitano i pellegrini. Non sono affatto ricchi.

In conclusione, che cos’è per lei Medjugorje?

Io credo che i miracoli di Medjugorje non siano solo fisici, ma che avvengono soprattutto nell’anima: durante tutti questi anni non ho mai trovato una persona che al ritorno dal pellegrinaggio mi abbia detto di non aver provato qualcosa. Il vero miracolo di Medjugorje è la riscoperta di Cristo, della fede. Mi piacerebbe portare degli agnostici o degli atei per aver con loro un confronto, discutere di questo.

© 30 Luglio 2011

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