La Voce di Trieste

Ultimo viaggio a Treviso

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Ultimo viaggio a Treviso, poi pausa estiva e si ricomincia in settembre.
Un po’ mi dispiace, mi ero quasi abituata a queste trasferte settimanali. Il clima oggi è molto diverso dal solito, non sembra nemmeno martedì. Il treno pullula di gente, giovani, anziani, stranieri e c’è anche una suora con le scarpe da ginnastica: davvero “fascion”!

 

Una marea di turisti, con tanto di zaini, passeggini, borse e bambini urlanti. Questa volta il sonnellino mi sa che me lo sogno. Forse sarà anche per il caffè che ho appena bevuto, ma anch’io mi sento particolarmente frizzante oggi. Forse dipende dal fatto che è finita la scuola?
C’è parecchio caldo e spero che tra un po’ parta l’aria condizionata.
Questa mattina a Trieste il tempo era incerto e nuvoloso, quindi il mio abbigliamento era consono alla temperatura fresca. Ora il sole è uscito dal suo cantuccio e in men che non si dica la colonnina di mercurio si è alzata.
Non mi ero mai accorta che i sedili dei treni fossero così stetti.
Vicino a me ci sono due ragazzi molto giovani. Chiedo loro da dove vengono e mi rispondono che vengono dalla Svezia e sono venuti a Trieste a trovare degli amici. Carini.  Incominciamo a parlare della loro città, dei costi e del loro viaggio. Stanno andando a Venezia e poi si dirigeranno verso la montagna. Hanno trovato Trieste interessante e tutto sommato non troppo costosa. Mi dicono che anche in Svezia ci sono problemi politici e che i prezzi sono saliti, mentre gli stipendi non hanno più grande potere d’acquisto. E’ vero che tutto il mondo è paese.
A Stoccolma la vita è cara e a Trieste il caffè è molto buono.
E l’aria fredda non si è ancora attivata. Sto colando sudore. Perché i treni sono così mal messi?
Scendo a Portogruaro per prendere la coincidenza per Treviso e per fortuna il treno c’è, perché l’ultima volta avevano soppresso la corsa e avevano messo una corriera sostitutiva che, per arrivare a destinazione, ci aveva messo quaranta minuti in più del treno.

Alle 19.25 prendo il solito treno del ritorno e nonostante la coincidenza rosicata, a Mestre riesco a prendere il treno per Trieste.
Salgo nel solito vagone in testa al treno e cerco di capire se c’è Peter. Delusione tremenda, non c’è nessuno al solito posto. Sarei tentata di sedermi subito, invece proseguo e sbircio qua e là, nella speranza di vederlo. Quando ormai ho perso ogni speranza, mi appare: cappello calato in testa, occhiali da sole, a riparo da tutto e da tutti. Gli chiedo se il posto è libero, ma si girano tutti a parte lui, che continua a dormire. Mi siedo ugualmente. Dopo una decina di minuti abbondanti alza la testa e si accorge che gli sono seduta vicino. Il suo volto appare fortemente stupito. Mi sorride e mi dice: “Che bella sorpresa, pensavo proprio di non vederti più”. Gli spiego che i potenti mezzi di Trenitalia, lo scorso martedì mi avevano inferto un ritardo di ben trenta minuti e che ero stata costretta a viaggiare con un altro treno ed è per questo che non ci eravamo incrociati.
Riprendiamo a chiacchierare come se ci fossimo visti la sera prima. Ed è semplicemente incredibile. Non c’è doppiezza in quest’uomo né falsità, solo semplice piacere nel parlare e nell’ascoltare. Ad un certo punto estrae dal suo zaino un pc portatile e mi fa vedere le foto della Scozia che ha scattato in gennaio: paesaggi mozzafiato la cui vista inebria, cieli azzurri e distese infinite di verde, mare e sole spalmati ovunque, luoghi dove verrebbe voglia di fermarsi, non fosse che per vedere le stelle. I minuti passano inesorabili e veloci e in un tempo che mi pare infinitesimo arriviamo alla stazione di Monfalcone. Ci stringiamo la mano in velocità, anche perché rischia davvero di rimanere sul treno a forza di parlare.
Non ci vedremo più fino a settembre, quando io ricomincerò ad andare a Treviso. Ci scambiamo però le mail e rimaniamo d’accordo che ci sentiremo così.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei parlato con Giuseppe alias Peter?
E’ proprio vero che gli incontri che si posso fare in treno hanno dell’incredibile.

claudia@interware.it

 

© 9 Luglio 2011

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