La Voce di Trieste

La fretta vale più della vita di un essere vivente?

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Trieste, domenica di maggio. Primavera. Sole e altipiano. La frenesia domenicale del cercar di godersi luce, natura e prodotti tipici presso le tradizionali e caratteristiche “osmize” del Carso triestino.

Chi si dirige in quella direzione e chi punta all’abbronzatura godendosi il mare di Barcola e della costiera.

 

Tutto assolutamente nella norma e lecito.

Ma, erano le 18.30, il tramonto si stava avvicinando. Statisticamente parlando poche erano le persone che, essendo domenica, avevano fretta di dirigersi al lavoro. Ma se anche così fosse, il tutto non porterebbe giustificazione.  La strada principale di Opicina. Un cane smarrito e confuso si trova in mezzo alla strada. Movimenti confusi, sguardo terrorizzato. Una donna frena la macchina. Scende. Un’altra persona fa lo stesso. Cercano di rallentare le auto che sfrecciavano per portare in salvo l’animale. Rischiano la vita. Automobilisti a tutta velocità decidono di non seguire le indicazioni, di sorpassare sfrecciando a pochi millimetri dei corpi delle due persone. Clacson e insulti dal finestrino che stremiscono ancora di più l’animale e le figlie di una delle due persone che dall’auto ferma assistevano alla scena.

Il cane riesce ad allontanarsi, e sembra abbia ritrovato la strada di casa. Viene inseguito dalle soccorritrici. Una povera donna anziana lo abbraccia piangente. Quello sguardo, quelle lacrime verbalmente sono indescrivibili.

La fretta del ritorno a casa vale più della vita di un essere vivente? Il cane per definizione non era il “miglior amico dell’uomo” ?

Certo è che purtroppo questo episodio non è una novità, ma anche in questo contesto non so se ciò che fa più rabbrividire è il rapporto tra gli uomini, o quello con gli animali.

In Italia esiste una legislazione in merito (L. 189/2004), che prevede dai tre ai diciotto mesi di carcere per chi si macchia di assassinio di un animale (art. 544/bis), così come un’ammenda che va dai 3.000 ai 15.000 euro e dai tre mesi ad un anno di carcere per chi compie maltrattamenti (art. 544/ter).

Eppure non basta. Gli animali oramai fanno “moda”, portano gossip.

Questo episodio, grazie a due persone ha avuto un lieto fine. Sono certa che il tutto ha avuto così termine non in nome della legge, di cui forse le persone non ne sono neppure a conoscenza, ma grazie al rispetto doveroso.

Civiltà.

© 7 Maggio 2011

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