La Voce di Trieste

Controstoria del brigantaggio

Fu liberazione od occupazione? Creò un problema esclusivamente criminale o fu invece un movimento di rivendicazione e ribellione? La tanto agognata e celebrata unità d’Italia del 1861 non fu unicamente celebrazioni ed esaltazioni, come una certa storiografia ufficiale ha raccontato (e, in alcuni casi, continua a raccontare). In quella che fu la terra dei Borboni, il Sud d’Italia, e alcune regioni in particolare, come la Basilicata, l’arrivo dell’esercito piemontese fu vissuto come un vero e proprio sopruso, un’occupazione violenta che, cambiato il vessillo, proseguiva con la repressione e la vessazione del popolo più povero. Una storia spesso taciuta che Gigi Di Fiore, giornalista e storico, affronta nel suo libro Briganti! Controstoria della guerra contadina del Sud dei Gattopardi, edito dalla Utet. Nel corposo volume, l’autore, dopo una breve introduzione in cui fornisce le coordinate storico-sociali del fenomeno del brigantaggio, passa in rassegna tre singole storie di altrettanti protagonisti di questo fenomeno sociale: Carmine Crocco Donatelli, detto il “generale dei briganti”, capace di raccogliere attorno a se un “esercito” di affamati e disperati desiderosi di una riscossa; Cosimo Giordano che sollevò il Sannio contro i bersaglieri responsabili poi del tremendo massacro di innocenti nel paese di Pontelandolfo, e Pasquale Romano, soprannominato “Enrico la Morte”, ex ufficiale che scelse la strada della ribellione prima di essere ucciso a colpi di sciabola. Ma non sono solo loro i protagonisti del libro: attorno a queste tre figure, infatti, si muove tutto quell’universo dai contorni incerti, vario e a volte anche contraddittorio, che fu il brigantaggio, con i suoi uomini e le sue donne pronte a battersi contro quell’invasore venuto dal Nord che, in qualche modo, sembrava portare avanti lo status quo che caratterizzava il Meridione, con la sua povertà e la sua emarginazione. Grazie alla consultazione di verbali della polizia, diari e testimonianze, Gigi Di Fiore fornisce una “controstoria” di un fenomeno che coinvolse gli esclusi e gli emarginati del Mezzogiorno in una vera e propria guerra civile che affondava la sue radici in un conflitto sociale antico e, in parte, mai risolto. Leggere Briganti! aiuta a capire meglio quel pezzo di storia italiana che troppo spesso è stato taciuto o raccontato, come sempre, solo dalla parte dei “vincitori”.

© 19 Gennaio 2018

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