La Voce di Trieste

Trieste: bloccate le speculazioni illecite italiane sul Porto Franco internazionale

Analisi di Paolo G. Parovel

La International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste – I.P.R. F.T.T. ha avviato dal 19 dicembre 2016 le azioni legali per impedire che la corrotta amministrazione provvisoria italiana del Free Territory of Trieste elimini illegalmente dal 31 dicembre la principale area di sviluppo strategico del Porto Franco internazionale di Trieste per consegnarla a speculazioni immobiliari violando i diritti e gli interessi di tutti gli Stati e delle loro imprese.

Il valore strategico del Porto Franco internazionale

L’area di porto franco minacciata è formata da 65 ettari di terreni, magazzini e ferrovie, per un valore immobiliare tra 1,5 e 3 miliardi di euro. Ma il suo valore funzionale e strategico è enormemente superiore, perché lo sviluppo del Free Territory of Trieste come porto franco internazionale e centro finanziario è essenziale per la stabilizzazione economico-politica del Sud-Est Europa dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione della Jugoslavia (LINK).

L’attuale Free Territory of Trieste ed il suo Porto Franco internazionale sono istituiti dal Trattato di Pace con l’Italia del 10 febbraio 1947 sotto la tutela diretta delle Nazioni Unite, che hanno definito dal 1992 i suoi confini con la Slovenia. Dal 1954-55 la difesa militare del Free Territory è affidata alla NATO e la sua amministrazione civile provvisoria è affidata al Governo italiano. L’I.P.R. F.T.T. ne esercita la rappresentanza internazionale dal 2015 (LINK).

Gli abusi del Governo amministratore provvisorio

Il Governo italiano abusa del mandato di amministrazione provvisoria per ostacolare la riattivazione strategica del Free Territory e tenta di sabotarne il Porto Franco internazionale con due operazioni principali: eliminare il suo Porto Franco Nord con una colossale speculazione immobiliare ed edilizia (LINK) e paralizzare il suo Porto Franco Sud con un terminal di rigassificazione (LINK).

Queste operazioni del Governo italiano amministratore vìolano il diritto internazionale e le leggi italiane di ratifica ed esecuzione del Trattato di Pace del 10 febbraio 1947, che istituisce il Porto Franco internazionale come ente di Stato del Free Territory of Trieste e lo destina all’uso di tutti gli Stati e delle loro imprese sotto il controllo di una Commissione internazionale e la tutela delle Nazioni Unite.

L’operazione immobiliare illecita

L’operazione immobiliare illecita sul Porto Franco Nord è una vera e propria truffa organizzata da politici e speculatori italiani con una lunga serie di attività illegali per disattivare quell’area di porto franco e far credere che non sia più utilizzabile, con l’appoggio scandaloso di magistrati italiani che hanno ignorato le nostre inchieste giornalistiche  ed archiviato senza indagini le nostre denunce penali documentate (LINK).

Questa copertura giudiziaria ha consentito la prosecuzione della truffa sino alla sua fase attuale, che consiste nell’attribuire ingannevolmente la proprietà libera dell’area al Comune di Trieste, con l’incarico di venderla ai privati versando il ricavato all’Autorità Portuale italiana.

Poiché il Comune non può sostenere le spese di bonifica e manutenzione necessarie per vendere terreni ed edifici a prezzi vantaggiosi, la valutazione tecnica delle spese giustificherà la svendita rapida a speculatori privati che, secondo nostre informazioni, si stanno già organizzando da tempo.

L’operazione, sulla quale vi sono anche numerosi interrogativi antimafia rimasti senza risposta (LINK), ha dunque tutte le caratteristiche di una truffa colossale a danno di beni pubblici produttivi che è tipica del sistema di corruzione politico-istituzionale italiano.

La differenza sta nel fatto che questa volta la truffa esce dai confini italiani per tentar di violare i diritti e gli interessi economici e strategici internazionali sul Porto Franco del Free Territory of Trieste e sul loro ruolo nella stabilizzazione del Sud-Est Europa, ed in particolare dell’area ex-jugoslava.

La dichiarazione falsa degli organi giudiziari locali

L’intera operazione si fonda ora sul tentativo di imporre la registrazione illegale a nome del Comune di Trieste della libera proprietà di 65 ettari di aree, magazzini e ferrovie che appartengono invece per legge al Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste e sui quali vi sono diritti e vincoli a favore di tutti gli Stati e delle loro imprese.

A questo scopo gli organi locali dell’amministrazione italiana hanno avviato nel febbraio 2016 una procedura per iscrivere sul Libro Fondiario la proprietà dell’area al Comune, di Trieste eludendo la proprietà reale ed i vincoli internazionali. La I.P.R. F.T.T. è quindi intervenuta ufficialmente nella procedura quale opponente, ed ha chiesto che venga notificata a tutti gli Stati che hanno diritti sul Porto Franco internazionale (LINK).

Ma le pressioni politiche e speculative italiane sono tali che gli organi giudiziari incaricati hanno omesso la notifica agli altri Stati e dopo nove mesi, il 22 novembre 2016, hanno attribuito al Comune la proprietà di quei 65 ettari di terreni, magazzini e ferrovie del Porto Franco internazionale con due decreti nei quali dichiarano falsamente che su quei beni non esistono diritti di terzi (LINK).

La dichiarazione falsa degli organi giudiziari italiani ha lo scopo di simulare che il Comune di Trieste abbia il diritto immediato di utilizzare e di vendere liberamente quelle aree agli speculatori privati. L’inganno è quindi rivolto anche agli eventuali acquirenti di buona fede.

La decisione giudiziaria ingannevole è stata inoltre formulata in modo da consegnare illegalmente l’area al Comune di Trieste già dal 31 dicembre 2016, prima che sia possibile bloccare l’esecuzione dei decreti con procedure legali di contenzioso.

L’annotazione dei vincoli internazionali

La International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste – I.P.R. F.T.T. ha perciò reagito con la richiesta ufficiale di annotare immediatamente sul Libro Fondiario i vincoli internazionali imposti dal Trattato di Pace e dalle stesse leggi italiane sui beni che i decreti illegittimi assegnano al Comune (LINK).

La richiesta della I.P.R. F.T.T. è registrata ufficialmente sul Libro Fondiario dal 19 dicembre ed ha tre effetti principali: impedisce ai funzionari dell’amministrazione italiana di fingere di ignorare i vincoli internazionali ed al Comunedi vendere i beni come se fossero liberi, e consente alla I.P.R. F.T.T., agli altri titolari di diritti sul Porto Franco ed ai garanti internazionali di azionare le procedure per l’annullamento dei decreti italiani illegittimi.

Gli Stati danneggati e i garanti internazionali

I titolari dei diritti minacciati dalla truffa dell’amministrazione italiana sono tutti gli Stati e le loro imprese commerciali e finanziarie, come utenti del Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste, e gli Stati che vi hanno diritti di controllo: Free Territory, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svizzera, Polonia, Cechia, Slovacchia, Austria, Ungheria, Russia ed altri Stati successori dell’URSS, Slovenia, Croazia ed altri Stati successori della Jugoslavia.

I garanti internazionali dei diritti violati dagli organi dell’amministrazione italiana sono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in base alla Risoluzione S/RES/16 (1947) ed all’art. 21 del Trattato di Pace con l’Italia, ed i Governi degli Stati Uniti e del Regno Unito, che quali titolari primari dell’amministrazione provvisoria dell’attuale Free Territory of Trieste hanno sub-delegato la sua amministrazione civile al Governo italiano.

Il governo italiano sub-amministratore ha quindi il dovere giuridico immediato di combattere la corruzione nel Free Territory e di impedire gli abusi sul Porto Franco internazionale.

© 30 Dicembre 2016

Galleria fotografica

La locandina

Sfoglia online l’edizione cartacea

Accedi | Designed by Picchio Productions
Copyright © 2012 La Voce di Trieste. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trieste - n.1232, 18.1.2011
Pubblicato dall'Associazione Culturale ALI "Associazione Libera Informazione" TRIESTE C.F. 90130590327 - P.I. 01198220327
Direttore Responsabile: Paolo G. Parovel
34121 Trieste, Piazza della Borsa 7 c/o Trieste Libera
La riproduzione di ogni articolo è consentita solo riportando la dicitura "Tratto da La Voce di Trieste"