La Voce di Trieste

“Storie di fantasmi”

Che Lord Halifax fosse un personaggio curioso e originale lo si può capire leggendo la prefazione di Storie di fantasmi, scritta da uno dei suoi figli: «Il libro dei fantasmi di mio padre fu uno degli elementi più caratteristici della nostra vita a Hickleton. Lo teneva con la massima cura, di tanto in tanto apportandovi di proprio pugno qualche aggiunta e tirandolo fuori in occasioni speciali, come per esempio per Natale, per leggerci ad alta voce le pagine preferite prima di mandarci a letto». Si potrebbe obiettare sul curioso metodo educativo adottato, ma resta il fatto che quel libro, il leggendario Lord Halifax’s Ghost Book, stampato per la prima volta nel 1936, rimane uno dei punti di riferimenti più importanti di un genere narrativo che affascina, spaventa e coinvolge chiunque sia appassionato del soprannaturale. Charles Lindley Wood (1839-1934), secondo visconte di Halifax (1839-1934), aveva raccolto nel tempo una vasta serie di racconti legati alle entità soprannaturali che notoriamente infestano i castelli inglesi immersi nella perenne nebbia della brughiera: uscito in Italia anni fa per Sugar e poi Longanesi, ritorna oggi nelle librerie grazie alla casa editrice Odoya con la traduzione di Luciana Marchi Pugliese. Ogni racconto viene introdotto da un breve scritto che spiega la provenienza del racconto stesso, citando persone, luoghi e periodi storici che dovrebbero fornire una sorta di “patente di autenticità” alla storia. Si passa quindi dall’ “Arpista di Inveraray” alla “Bara di Renishaw” passando per “L’osservatore misterioso” e “Il moro senza pace”, titoli più che esemplificativi. Ma Storie di fantasmi, in realtà, non narra unicamente della presenza dei morti nel nostro mondo, ma fornisce anche una carrellata molto interessante su tutto ciò che è attinente la letteratura del mistero, come inquietanti chiamate telefoniche notturne, gatti vampiri, profezie oroscopiche, diavoli in agguato, incredibili sogni e animali annunciatori di morte. Lord Halifax non si limitò a raccogliere le storie tramandate e narrate da altri: “La storia macabra del colonnello P.”, infatti, è un racconto scritto da lui stesso e, come si legge nell’introduzione, “non ha alcuna pretesa di autenticità”. Autentici o inventati, un fatto è sicuro: Storie di fantasmi è un libro in grado di spaventare davvero, capace, cioè, di suscitare la fantasia del lettore: giocando proprio sul dubbio relativo alla veridicità dei racconti, chi si appresta a ripercorrere le vicende legate a case infestate o presenze inquietanti, non può che rimanere affascinato dalle atmosfere descritte e dagli episodi narrati. Un libro sicuramente da leggere per tutti gli appassionati del genere, un riferimento immancabile per chi ama le storie (vere?) del mistero.

© 20 Dicembre 2016

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