La Voce di Trieste

“Walter Bonatti. Il sogno verticale”

Come si fa a diventare un’icona? Difficile dirlo: molti e imprevedibili gli elementi che concorrono a trasformare una persona in un simbolo vero e proprio. Sicuramente, però, alla base di tutto c’è un elemento: la passione per ciò che si fa e la forza (non solo fisica) che si mette nelle proprie azioni. Così Walter Bonatti è diventato un’icona dell’alpinismo, un nome che anche coloro che non sono appassionati della disciplina sanno riconoscere. La sua storia, i suoi inizi, la sua voglia di andare sempre e comunque oltre vengono ora ripercorsi in un bellissimo volume edito da Rizzoli e curato da Angelo Ponta, Walter Bonatti. Il sogno verticale. Cronache, immagini e taccuini inediti di montagna. Un volume che attraverso una vasta mole di documenti di archivio ripercorre la vita di Bonatti, dalle prime esperienze di quel “giovane ma già ottimo alpinista” che a 13 anni scopre il suo naturale amore per le montagne e che per la sua prima scalata usa un chiodo da carpentiere trovato nel solaio dello zio. Un destino, quello di Bonatti, che sembra segnato: da quella sua prima e ingenua ascesa la sua vita sarebbe cambiata completamente: con il mitico gruppo “Pell e Oss” inizia a farsi notare per la sua intelligente audacia che a volta poteva anche dare vita a polemiche («ambiziose e rischiose prestazioni»), ma che mise in luce la sua assoluta predisposizione verso l’alpinismo di grande livello. Molto interessante è la riproduzione del minuzioso e preciso quaderno su cui Bonatti annotò meticolosamente le salite effettuate nei primi cinque anni di attività: un documento davvero eccezionale che va ad aggiungersi alla grande mole di fotografie d’epoca che permettono di rivivere non solo con le parole, ma anche con le immagini, un’epoca gloriosa dell’alpinismo italiano. Le imprese di Bonatti entrarono nella storia e le montagne sembravano non aver segreti per lui: grazie anche alla sua capacità comunicativa, il suo nome divenne sinonimo di alpinismo, di fatica, di intelligenza e di quello spirito di avventura che emerge forte, ad esempio, nella documentazione relativa alla preparazione dell’ascesa al K2 o all’eroica impresa della solitaria sul Dru nel 1955. Curioso il “giro d’Italia” del tutto originale che Bonatti compì nel 1956, sessanta giorni di marcia per coprire l’intero arco alpino, da Est ad Ovest. Le pagine di Walter Bonatti. Il sogno verticale. Cronache, immagini e taccuini inediti di montagna sono un susseguirsi inesauribile di emozioni: le fotografie che esprimono i gesti di Bonatti sulla roccia assieme alle descrizioni delle condizioni delle singole ascese forniscono qualcosa in più di una semplice cronaca. In quei documenti si respira la voglia di andare là dove nessuno era mai stato, la necessità di misurarsi con sé stesso, di valutare, studiare e poi affrontare anche le pareti apparentemente più impervie. Walter Bonatti è stato tutto questo e molto di più e questo libro rappresenta un vero e proprio tesoro per rivivere la sua emozionante vita.

© 7 Ottobre 2016

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