“I ragazzi di Barrow”
Un visionario? Forse, sicuramente un uomo coraggioso che non voleva arrendersi e che sapeva vedere oltre il comune immaginario. John Barrow, secondo segretario dell’Ammiragliato britannico tra il 1804 e il 1855, era un personaggio assolutamente affascinante: la sua voglia, quasi la necessità, di spingersi oltre e di scoprire nuovi orizzonti, lo portò a ideare, organizzare e finanziare circa trenta spedizioni con due magnifiche ossessioni: trovare la foce del Niger e scoprire un passaggio a Nordovest che permettesse di circumavigare il Canada e collagare tra di loro l’oceano Atlantico con quello Pacifico. Poco importa se nessuna raggiunse l’obiettivo prefigurato: quello che conta è la sua voglia di spingersi oltre. La storia di Barrow e e delle spedizioni da lui organizzate è ora raccontata in maniera rigorosa in I ragazzi di Barrow, di Fergus Fleming, edito da Adelphi, un libro che accompagna il lettore in un’epoca che appare estremamente lontana e nella quale, per conoscere il mondo, era necessario esplorarlo, spingersi là dove nessuno aveva avuto, fino ad allora, il coraggio di andare. Grazie a uno stile asciutto e stimolante, Fleming riesce a tratteggiare con maestria l’epoca storica e i personaggi, a volte davvero curiosi, a cui Barrow affidò la speranza di trovare quello che cercava da tempo. Tra i molti spicca sicuramente William Edward Parry, che organizzò addirittura un teatro nell’attesa che il ghiaccio si sciogliesse, o John Franklin, dotato di un carisma eccezionale, che, grazie alle sue narrazioni sulle incredibili difficoltà incontrate durante i viaggi, divenne un vero e proprio eroe nazionale. Come scrive lo stesso Fleming, nonostante tutti i suoi fallimenti e le delusioni che ogni spedizione portava con sé, John Barrow aveva comunque fatto qualcosa di importante: aveva fissato un punto di riferimento per tutti coloro che avrebbero seguito la sua indomabile voglia di saltare “a cavallo del mondo”.
© 9 Settembre 2016