La Voce di Trieste

Marco Paolini inaugura la stagione del Rossetti

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Martedì 11 ottobre con “Itis Galileo”

Un minuto di silenzio. Lo spettacolo di Marco Paolini inizia così… Ma anche questo “segno”, nell’originale linguaggio drammaturgico e teatrale dell’artista bellunese, assume una connotazione imprevedibile, inconsueta. Il minuto di silenzio in Itis Galileo rappresenta infatti il tempo in cui la Terra percorre i 1.800 chilometri del suo percorso attorno al sole. Altro che silenzio: è un minuto di rivoluzione! Itis Galileo di Francesco Niccolini e Marco Paolini, e con il bravissimo artista bellunese protagonista assoluto, inaugura la Stagione 2011-2012 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia (www.ilrossetti.it) nel segno del teatro che muove il pensiero, che sveglia le menti e che emoziona attraverso l’arte irraggiungibile dell’attore. Il debutto sarà martedì 11 ottobre alle ore 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali del Teatro Stabile regionale, dove lo spettacolo replicherà fino a domenica 16 ottobre, primo appuntamento del cartellone Prosa.

Marco Paolini, come sempre, si tuffa immediatamente nel cuore della questione, nella “rivoluzione” che Galileo rappresenta nella storia del pensiero e della scienza e, da lì, amplia il discorso, racconta, ritorna incisivo “al dunque” confortato da un inappuntabile lavoro di documentazione storica e scientifica, accenna ragionevolmente all’attualità… Sono tutte pennellate, suggestive, necessarie per completare il ritratto del “suo” Galileo.

Lo spettacolo sarà singolare nel modo di confrontarsi con questa monumentale figura: lo suggerisce già il titolo, Itis Galileo, dove in “Itis” risuonano le intitolazioni di tanti istituti tecnici italiani, a cui si lega la nostra memoria più immediata del grande scienziato… Gli sarebbe piaciuto che il suo nome fosse affiancato a luoghi in cui la scienza viene spiegata e appresa. Ma la figura del Galilei merita di andare oltre: di investigare nell’uomo-Galileo, nelle sue scoperte, nelle difficoltà che fu costretto ad affrontare.

Galileo muove il suo senso critico, non accetta passivamente le nozioni, usa il pensiero: nella sua epoca rischia molto, è una “mina vagante”. Proprio come quella, imponente, che Marco Paolini sospende come un pendolo sulla scena, a cui si aggrappa e dalla quale scaturiscono meravigliose rivelazioni. Un simbolo. Quanto bisogno avremmo – ci dice lo spettacolo di Paolini – soprattutto oggi, di rifarci a un simile mentore! Un uomo capace di rifiutare l’omologazione, che se allora era rappresentata dalle certezze della scienza cattolica, oggi ci viene insufflata dalla televisione, che a ogni bassezza, a ogni banalità assicura autorevolezza, addormentando il nostro senso critico…

Il teatro, invece, sveglia le menti e le emozioni, e dunque benvenuto a Marco Paolini e all’uso consapevole, acuto che ne fa. Un uso che non dimentica però l’alchimia del palcoscenico, fatta di ironia, poesia, di tanti piccoli tocchi di magia. Itis Galileo ce ne riserverà molti: ai puntuali riferimenti storici, s’intrecciano divertenti tormentoni, alla biografia del Galilei si alternano richiami al mondo del teatro, all’attore, a Shakespeare… Accade addirittura che un passo del complesso Dialogo sui massimi sistemi, tradotto in veneto, spieghi con geniale, divertita immediatezza al pubblico com’è possibile muoversi pur avendo la sensazione di star fermi.

Lo spettacolo va in scena l’11, 13, 14, 15 ottobre alle ore 20.30 e in replica pomeridiana il mercoledì 12 e la domenica 16 ottobre, con inizio alle ore 16.00.

© 10 Ottobre 2011

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