La Voce di Trieste

Fino a domenica 27 febbraio “Appuntamento a Londra” alla Sala Bartoli

di

La commedia del Premio Nobel per la letteratura 2010 Mario Vargas Llosa

Pensava si trattasse di uno scherzo, Mario Vargas Llosa quando, nel suo appartamento di New York, ha ricevuto al notizia di essere stato insignito del Premio Nobel per la letteratura 2010. Non se lo aspettava affatto, anche se la sua letteratura coraggiosa e possente, sempre “dalla parte dell’uomo” meritava senza dubbio l’ambìto riconoscimento.

È pervaso dalle suggestioni della narrativa dello scrittore peruviano, il testo drammaturgico che lo Stabile regionale propone nella messinscena di Maurizio Panici e nell’interpretazione accurata di Pamela Villoresi e David Sebasti alla Sala Bartoli da martedì 22 febbraio alle ore 21, con repliche fino a domenica 27.

Appuntamento a Londra è un’acuta e profonda riflessione sul tema dell’identità e sulla vita segreta delle persone, temi da sempre molto amati da Llosa, e indaga inoltre sui valori dell’amicizia e dei sentimenti, su quel sottile filo che lega gli esseri umani, come attrazione profonda dell’uomo per l’altro da sé.

La trama vuole che un realizzato manager peruviano di nome Chispas, efficiente, duro, apparentemente soddisfatto, si trovi a Londra durante una pausa di un viaggio d’affari e sia colto da una profonda inquietudine, che si sostanzia e amplifica nel corso della visita che riceve da una donna. Si presenta come Raquel, la sorella del suo miglior amico d’infanzia, di cui da anni egli ha perduto ogni traccia. Il dialogo serrato e seducente fra i due, condurrà alla rivelazione che Raquel non è altri che l’amico d’infanzia, Pirulo: a Casablanca è riuscito finalmente a liberare la sua vera natura sessuale. Fra il turbamento di questo presente e vecchi ricordi, lo scambio fra i due intrappola tracce piacevoli del passato e storie dolenti, sensi di colpa e omissioni, tenerezze, fragilità e paure… E c’è lo spazio – in questo vortice onirico e  misterioso – perché Chispas si abbandoni alle visioni di un’altra sua possibile identità, di quella “vita segreta” che probabilmente ognuno immagina per sé e non vive, reprime, rimpiange…

Un’idea che affascina Vargas Llosa e molti artisti assieme a lui: basta che pensiamo alle “dimensioni parallele” di un film come Sliding Doors, o ai versi di Thomas Eliot – che il regista Panici cita nelle sue note – “… ciò che poteva essere e ciò che è stato/ tendono a un solo fine che è sempre presente./ Passi echeggiano nella memoria/ lungo il corridoio che non prendemmo/ verso la porta che non aprimmo mai/ sul giardino delle rose …”.

È in questa zona di confine che i protagonisti si muovono continuamente, in bilico tra un mondo reale e uno immaginario altrettanto concreto e vissuto con la stessa intensità della vita vera e talvolta con una sorta di nostalgia.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.ilrossetti.it; il Teatro può essere contattato anche telefonicamente al centralino 040.3593511.


© 22 Febbraio 2011

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