La Voce di Trieste

Autorità Portuale: sono illegittime le candidature Dipiazza e Monassi

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Nel nostro articolo del 25 settembre 2010 abbiamo espresso con forza una necessità ovvia ma inspiegatamente disattesa del nostro porto franco e della nostra economia connessa: indicare i tre candidati successori alla presidenza alla scadenza dell’attuale presidente dell’Autorità portuale, Boniciolli, scegliendoli tra tecnici internazionali di sicura esperienza e qualifica professionale.

Che ci sono, e basta darsi da fare per contattarli con l’offerta, come farebbe una classe dirigente sensata di qualsiasi altro porto internazionale.
La risposta di questa locale è stata invece degna del solito pollaio starnazzante di vecchie propagande e nuove scemenze insulse: la Camera di Commercio ha ricandidato Marina Monassi, Provincia e Comune di Muggia Boniciolli stesso, ed il Comune nientemeno che il sindaco Dipiazza. Che inoltre non si è fatto nominare democraticamente e validamente dal Consiglio, ma dalla Giunta: cioè dagli assessori nominati e revocabili da lui stesso. Suoi dipendenti, insomma.
Ma c’è di più: le ultime due designazioni vìolano così brutalmente la specifica legge n. 1994/84 che i pubblici amministratori responsabili dovrebbero venir mandati diritti a fare qualche lavoro diverso, ed altrove.
Il testo dell’art. 8 della legge è chiarissimo e vincolante: «Il presidente è nominato, d’intesa con la Regione interessata, con decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione (…) nell’ambito di una di terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, designati rispettivamente dalla Provincia, dai Comuni e dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.»

Ebbene, né la Monassi, né tantomeno il Dipiazza, hanno questi requisiti di esperienza e qualificazione.
L’attuale sindaco è infatti un imprenditore di supermercati venuto dal nulla con istruzione minima, il che non è affatto un demerito, ma non gli consente di presiedere seriamente un porto.
Ed è soggetto a procedimenti penali per fatti gravi, come per la speculazione immobiliare personale da 200.000 euro di utile che si è fatto comperandosi un terreno comunale illegalmente perché in violazione di unb espresso divieto di legge (art. 1471 c.c.).
Quanto alla Monassi, figlia del bravo ammiraglio omonimo con ruoli elevati d’intelligence – lui – e laureata in biologia, ha fatto carriera come funzionaria della pubblica amministrazione trovandosi ad operare nell’apparato burocratico del Ministero della Marina Mercantile anche per i porti, incluso il nostro di cui si è trovata pure presidente improprio.
Ma tutto questo non basta affatto a darle i requisiti di legge predetti.
Mentre la scelta di un tecnico internazionale è tanto più indispensabile perché sulle possibilità di rilanciare il nostro porto franco incombono a breve tre minacce demolitorie gravissime, tanto demenziali quanto pericolose.
La prima ed immediata è la liquidazione speculativa immobiliare della preziosa area vuota del Porto Vecchio.
La seconda è il cosiddetto “progetto Unicredit” per accorparci il porto con quello di Monfalcone a vantagggio del secondo. La terza sono i due rigassificatori, uno a terra ed uno su piattaforma nel golfo, che il Governo sta tentando di forzare d’intesa sfacciata ed irresponsabile con le multinazionali interessate.
E dalla realizzazione o meno di queste minacce dipende letteralmente il futuro possibile del lavoro a Trieste, cioè la sopravvivenza materiale delle persone altrimenti disoccupate e delle loro famiglie.
La terna di candidati deve e può essere quindi riformata seriamente secondo legge, in mancanza di che il Ministro può scegliere e nominare lui una persona che abbia però gli stessi requisiti sopra detti.
Requisiti che sono esattamente quelli non di un qualsiasi candidato politico, ma di un tecnico internazionale del massimo livello.
Noi triestini aspettiamo quindi di vedere e valutare i livelli di responsabilità nei comportamenti del Governo, della Regione e di tutte le forze politiche da schifo che ci troviamo, nazionali e locali, su questa vicenda così vitale per Trieste.

Traendone tutte le conseguenze, anche con le votazioni ormai sempre più vicine…

© 16 Ottobre 2010

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