GUERRA DI GAZA E INVERSIONE MORALE – UN’ANALISI DI MIKE R. POMPEO
GUERRA DI GAZA E INVERSIONE MORALE – UN’ANALISI DI MIKE R. POMPEO
Con introduzione di Paolo G. Parovel
e traduzioni di Silvia Verdoljak
Trieste, 19 Agosto 2025. – Che la propaganda sia un’arma strategica non dovrebbe essere una novità per nessuno, dai tempi del trattato sulla guerra di Sun Tzu, che 2500 anni fa spiegava anche perché invocare la pace a favore di chi vuole la guerra può solo aumentare i danni e le vittime.
Ed oggi ognuno dovrebbe sapere che in democrazia la libertà d’informazione non include la pubblicazione di notizie false e di immagini ingannevoli per manipolare l’opinione pubblica.
Chi conosce veramente la religione islamica, sa inoltre che le regole di guerra dettate dal suo Profeta vietano ai credenti di aggredire la popolazione civile. Il terrorismo “islamista” non è e non può essere considerato Islàm.
Tutto questo sta invece accadendo nella guerra folle che l’organizzazione terrorista pseudo-islamica Hamas ha scatenato da Gaza contro Israele il 7 ottobre 2023 con il selvaggio massacro di 1400 civili e la cattura di 251 ostaggi (LINK).
Lo scopo di Hamas era ed è paralizzare con la guerra gli accordi di pace e collaborazione avviati tra Paesi islamici ed Israele su iniziativa degli USA: gli Accordi di Abramo (LINK) che prevedono anche la demilitarizzazione di Gaza.
Dopo avere iniziato la guerra con il massacro di civili israeliani, Hamas con la stessa ferocia disumana ha usato i civili palestinesi di Gaza come scudi umani per accusare falsamente lo Stato di Israele di genocidio.
Ma il fatto che questo inganno atroce sia riuscito a mobilitare contro Israele settori rilevanti dell’opinione pubblica in buona parte del mondo non è “merito” dei terroristi folli di Hamas.
È colpa delle organizzazioni internazionali, dei politici, dei giornalisti e degli intellettuali faziosi e senza scrupoli che invece di isolare Hamas come al–Qaida e l’ISIS la accreditano assurdamente come rappresentante legittima del popolo palestinese e come fonte di informazioni credibili (LINK).
Una gran parte dei media pubblica infatti direttamente la propaganda di Hamas e riserva alle informazioni da Israele spazio minimo, accuse e critiche.
Ed è divenuto sempre più evidente che questa deformazione totale della realtà è resa possibile dall’emersione di tutte le forme, implicite ed esplicite, di razzismo antiebraico (antisemitismo) che continuano ad avvelenare per ignoranza e pregiudizio le culture dell’Occidente.
La fonte della manipolazione dell’opinione pubblica contro Israele è quindi l’organizzazione terrorista militare Hamas, ma gli agenti della manipolazione sono le organizzazioni internazionali, i politici, i giornalisti e gli intellettuali che la usano per sollevare e sfruttare ondate emotive di opinione pubblica contro Israele.
Per questo motivo è però anche evidente che una gran parte delle persone coinvolte da quelle ondate di emotività contro Israele sbaglia in buona fede, al seguito di quei pessimi maestri.
Sono cioè persone che credono veramente di esprimere libere opinioni fondate su verità e su princìpi morali, invece che su disinformazioni e propagande costruite per creare masse di pressione politica interna sui loro governi perché si schierino contro lo Stato di Israele proteggendo i terroristi di Hamas.
Ed è esattamente questo che sta accadendo, con un’ampia manovra politico-mediatica e di confusione ed inversione morale che sta utilizzando paradossalmente i pacifisti per prolungare la guerra ed aumentare il numero delle vittime innocenti.
Riteniamo perciò sia nostro dovere civile e professionale offrire ai nostri lettori la possibilità di verificare direttamente le proprie informazioni ed opinioni sulla guerra di Gaza con un’analisi recente pubblicata sul sito dell’American Center for Law and Justice (LINK) da un esperto ai massimi livelli mondali di informazione e di analisi: l’ex Direttore della CIA ed ex Segretario di Stato degli USA, Mike R. Pompeo.
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Gli Stati che sostengono uno Stato palestinese stanno lanciando un salvagente ad Hamas
Di Mike Pompeo | 31 luglio 2025
Gli annunci che all’adunanza di settembre dell’Assemblea Generale dell’ONU i Governi francese, britannico e canadese intendono riconoscere uno Stato palestinese indipendente è un trionfo dell’inversione morale.
Con Hamas e i suoi protettori di Teheran sulle corde, il Presidente Macron, il Primo Ministro Starmer e il Primo Ministro Carney hanno deciso di lanciar loro un salvagente invece di sostenere gli sforzi di Israele per portare la guerra in corso a una conclusione giusta.
Secondo Macron, questa mossa è stata fatta per adempiere “all’impegno storico” della Francia “per una pace giusta e duratura nel Medio Oriente” vincolando direttamente questa decisione al suo obiettivo di fermare la guerra a Gaza e di salvarne la popolazione civile.
Starmer s’è spinto oltre, usando l’intenzione di riconoscere uno Stato palestinese indipendente come minaccia per forzare Israele: “Il Regno Unito riconoscerà lo Stato della Palestina … a meno che il governo di Israele compia passi sostanziali per porre fine alla terribile situazione a Gaza, accetti un cessate il fuoco, e s’impegni ad una pace sostenibile di lungo termine, riattivando la prospettiva di una soluzione a due Stati”.
Per non essere da meno, prima di dichiarare l’intenzione del Canada di riconoscere lo Stato di Palestina, Caney ha sostenuto un’equivalenza morale tra le azioni di Hamas e quelle di Israele.
E persino il governo conservatore della Germania sta usando il proprio possibile riconoscimento d’uno Stato palestinese indipendente per esercitare pressione su Israele.
In quest’esercizio di estorsione diplomatica ci sono così tanti errori che è difficile capire da dove incominciare.
Pensiamo al messaggio: perché mai Hamas dovrebbe accettare di rilasciare gli ostaggi o gettare le armi, quando i leaders europei stanno per concedergli tutto quel che vuole su un piatto d’argento?
Questo toglie ogni incentivo ai negoziati e garantisce la continuazione del conflitto.
A livello pratico, la proposta cade al primo ostacolo.
Chi esattamente dovrebbe governare questo Stato palestinese?
L’Autorità Palestinese, guidata da Abu Mazen – un noto terrorista e cleptocrate certificato che non indice un’elezione da 19 anni, e ha mostrato di non avere interesse per un governo che funzioni?
Oppure Hamas, l’organizzazione terroristica sostenuta dall’Iran che ha trasformato Gaza in una base di lancio per attacchi contro Israele?
A livello simbolico e morale inoltre è grottesco.
Ricompensare con il premio finale l’aggressore nel peggior attacco al popolo ebraico dopo l’Olocausto manda a tutti i criminali, dovunque si trovino, il messaggio che il terrorismo porta risultati.
La Gran Bretagna, la Francia e il Canada stanno usando quegli annunci sia per protagonismo verso il proprio elettorato, sia per far leva contro Israele.
Quei leaders dichiarano che Hamas deve gettare le armi e restituire a Israele gli ostaggi rimasti, ma non propongono alcun modo per indurlo a farlo e hanno invece ingoiato amo, lenza e piombo del classico stratagemma di Hamas, che strumentalizza il popolo palestinese per proteggersi.
La verità è che il responsabile della crisi umanitaria a Gaza è Hamas, non Israele.
Hamas sta bloccando la distribuzione di tutti gli aiuti che non può controllare o ottenere, perché ha sempre usato quegli aiuti per sé, rubandoli, rivendendoli sul mercato nero e come strumenti di controllo sul popolo palestinese.
Questo è perfettamente coerente con la tattica del gruppo terroristico di servirsi della propria popolazione come scudo umano: piazzando intenzionalmente i propri centri di comando in ospedali ed aree densamente popolate massimizza le perdite collaterali di civili e ne raccoglie i risultati propagandistici.
Non dovrebbe stupire che Hamas stia ora cavalcando una carestia di sua creazione per ricattare la comunità internazionale e farsi dare quello che vuole.
Né Hamas né l’Autorità Palestinese hanno mai governato avendo a cuore gli interessi del popolo palestinese, ed entrambi mancano della legittimazione democratica necessaria per rappresentarlo.
Dopo quasi vent’anni al potere, quali risultati possono vantare a fronte dei massicci aiuti umanitari che hanno inondato Gaza e la Cisgiordania?
Anziché investire quei fondi per fornire alle loro popolazioni le capacità necessarie per costruire uno stato indipendente prospero, sia Hamas sia l’Autorità Palestinese hanno rubato i soldi per riempirsi le tasche, hanno indottrinato la loro gente con la più vile propaganda antisemita ed hanno costruito i tunnel utilizzati per fare la guerra a Israele e per imprigionare ostaggi innocenti.
Per fortuna, il Presidente Trump ha una visione chiara della situazione.
Durante la sua prima Amministrazione abbiamo rifiutato di sostenere la corrottissima Autorità Palestinese in cambio di chiacchiere inconcludenti; abbiamo dato invece la priorità a un nuovo approccio che isola i criminali ed incoraggia la cooperazione e il riconoscimento di Israele come percorso per la pace e la prosperità della regione.
Ai politici esibizionisti come Starmer, Macron e Carney interessano le conseguenze della loro mossa sulle prospettive di pace? Nemmeno un po’.
Perché tutto questo non riguarda il popolo palestinese: è esibizionismo morale al servizio della più immorale delle cause.
Le Scritture ci dicono, “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.” (Isaia 5:20).
Se ignoriamo la saggezza di questo passo lo facciamo a nostro rischio: la pace non sarà mai garantita ricompensando gli architetti e i sostenitori delle atrocità del 7 ottobre.
© 19 Agosto 2025
















