La Voce di Trieste

Paolo Valerio, direttore del Rossetti: «Attraverso Trieste, vedere il mondo»

«Attraverso Trieste, vedere il mondo» è con molto entusiasmo e questa prospettiva che Paolo Valerio intraprende il suo percorso di Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, ruolo che gli è stato affidato a partire da gennaio 2021. Assieme al Presidente Francesco Granbassi, il 26 gennaio al Politeama Rossetti, ha tenuto una prima conferenza stampa che è stata l’occasione per tracciare alcune riflessioni sulla futura attività. Paolo Valerio ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto da Franco Però, che lo ha preceduto negli ultimi sei anni di direzione: da lui riceve un teatro sano, dall’attività notevole, con un personale d’eccellenza in tutti i settori, riconosciuto a livello nazionale. E sul piano artistico, un fiore all’occhiello come la Compagnia Stabile, un gruppo di professionisti preparati e affiatati che per un regista rappresentano uno strumento prezioso, di rado istituito in pari strutture. Paolo Valerio è in accordo con la linea percorsa fino ad ora dallo Stabile regionale: l’attività va mantenuta e incrementata anche in streaming in questo particolare frangente: le limitazioni possono fungere da stimolo per una sperimentazione arricchente e dunque si continuerà a lavorare, proporre, spendersi per la comunità di spettatori e di artisti per cui questo Teatro è un riferimento. L’evoluzione della pandemia potrebbe far immaginare una riapertura dei teatri con pubblico limitato, fra marzo e aprile: se tale ipotesi sarà confermata, il progetto di ospitalità e produzione dello Stabile potrà finalmente svilupparsi anche nella dimensione a cui tutti aspiriamo, “dal vivo”. Il Direttore ha anticipato che si ripartirà dalla riprogrammazione di buona parte degli spettacoli ospiti che sono stati sospesi e dalla ripresa delle produzioni già varate che proseguiranno le loro tournée. Molte risorse, secondo Paolo Valerio, si esprimeranno nell’attività estiva site-specific e all’aperto che coniugherà sicurezza, cultura, fascinazioni artistiche: si intraprenderà dunque nell’immediato un dialogo – sulla linea della positiva esperienza dell’estate scorsa – per incrementare la collaborazione con il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare, con i Civici Musei, con il Porto che offre cornici diverse e interessanti. La produzione in sinergia con il turismo culturale è infatti un tema su cui il direttore desidera impegnarsi, certo che si possa valorizzare molto, sia nel territorio che a Trieste, in particolare nel momento di crescita che la città sta vivendo. Sarà questo un primo passo nell’intenso lavoro di partnership e di rapporti che il direttore curerà meticolosamente in città e in regione, confrontandosi con tutte le realtà teatrali, culturali e artistiche, per individuare ambiti e modalità di collaborazione che rappresentano sempre dei punti di forza. Intanto ci si concentra sulla Stagione 2021-2022 da sviluppare in una sperabile ritrovata normalità: se, per evidenti ragioni di prudenza, è impossibile in questo momento anticipare titoli e artisti, è chiaro che il direttore è già al lavoro per tracciare un progetto di ospitalità che si sviluppi a 360 gradi nella parabola dei linguaggi teatrali, a partire dalla prosa di elevata qualità, per toccare naturalmente i musical internazionali, la danza – proposte che appartengono alla natura stessa del Politeama – fino al teatro d’innovazione, di contaminazione che proprio qui e in questi momenti va coltivato, perché può trovare un terreno artistico fertile e menti aperte e interessate in platea. Sul piano della produzione sono inestimabili, secondo Paolo Valerio, gli stimoli che si ricevono dai già citati “giacimenti culturali” di Trieste e del territorio: i primi progetti trarranno ispirazione proprio da qui, da quei monumenti della letteratura che sono capisaldi del Novecento europeo dal valore universale o da figure imprescindibili per chi ama il teatro, per chi di teatro vive, come quella di Giorgio Strehler. Paolo Valerio, forte anche del suo rapporto privilegiato con la Scuola del Piccolo Teatro, dove si è formato, vorrebbe dedicare il 2021 (nel centenario della nascita) alla sua visione della vita e dell’arte che ancora ci regala potenti illuminazioni: «Il teatro come responsabilità morale, come amore accanito ed esclusivo, un severo impegno verso la vita e verso gli altri, in un sentimento di unità tra parola scritta e rappresentazione, attori e scenografo e musicisti e autori, un tutto unico fino all’ultimo macchinista – cita Paolo Valerio – è una frase di Strehler, ma sembra perfetta per noi: sono queste la motivazione, l’energia di cui ora abbiamo bisogno».

© 26 Gennaio 2021

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