La Voce di Trieste

Mostra “Fellini. La Dolce vita – 8 ½. Fotografie di scena”

Si chiamava Federico Fellini e lasciò la sua Rimini per andare a cambiare il cinema: a Roma portò con sé una valigia di personaggi immortali, che hanno raccontato l’Italia alle platee del mondo con una lucidità poetica e visionaria. Ha celebrato la pazzia delle anime semplici, ma anche la crisi della società borghese e degli intellettuali negli anni del boom. Per onorare l’artista, il poeta, il regista, il pittore, l’uomo poliedrico, il contemporaneo italiano più amato e conosciuto nel mondo della celluloide e della cultura, che il 20 gennaio 2020 avrebbe compiuto 100 anni, l’Ente regionale per il patrimonio culturale presenta la mostra Fellini. La Dolce vita – 8 ½. Fotografie di scena dall’8 dicembre 2019 al 1° marzo 2020. L’esposizione, realizzata dall’Erpac, sotto la supervisione di Guido Comis, Direttore Servizio catalogazione, promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio di Erpac, in collaborazione con Cinemazero di Pordenone, la Cineteca di Gemona del Friuli, la Cineteca di Bologna, la Collezione Antonio Maraldi, la Collezione Minisini di Cividale del Friuli, e la Casa del Cinema di Trieste (per gli eventi collaterali) mette in evidenza attraverso 120 fotografie di scena fino a che punto due tra i suoi film più celebri La Dolce Vita e 8 1/2 – abbiano contribuito ad affermare modelli di eleganza, di gusto e di stile così nuovi e affascinanti da influenzare un pubblico molto più ampio di quello delle pellicole stesse e attualissimi ancora oggi. Prima ancora che racconti, i film sono successioni di immagini straordinarie che mettono in luce l’inesauribile creatività del regista. I fotografi di scena chiamati a testimoniare la realizzazione dei suoi film raccontano anche ciò che altrimenti gli spettatori non potrebbero vedere, e offrono l’occasione per comprendere il contesto in cui nacquero le opere: si vedono allora le signore impellicciate che, in pieno inverno, assistono al celebre bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi, gli attori al trucco, il regista all’opera mentre si sbraccia, ammalia, impartisce direttive agli attori. Le immagini sono dunque la testimonianza di un’esperienza artistica e della squadra di uomini e donne, artigiani, tecnici e artisti che consentì a Fellini di compierla. Completano l’esposizione immagini, racconti, ritagli di stampa, manifesti che gettano luce sulle fonti di ispirazione e raccontano il dietro le quinte: le discussioni fra regista e produttore, i ripensamenti, e le polemiche giornalistiche sino alle difficoltà con la censura che accompagnarono la nascita di due pietre miliari della cinematografia. Gli scatti esposti sono di Pierluigi Praturlon, testimone d’eccezione della dolce vita romana – autore della famosa fotografia di Anita Ekberg, infantile e smaliziata, nella Fontana di Trevi, simbolo del film di Fellini e manifesto di un’intera epoca; Gideon Bachmann, cosmopolita e poliedrico, critico cinematografico, e fotografo amico di Pasolini e Fellini; Paul Ronald, francese di nascita ma fra i più importanti fotografi di scena del cinema italiano, chiamato dallo stesso Fellini sul set di 8 ½ che ha lasciato attraverso i suoi scatti a colori una testimonianza eccezionale di scene e personaggi che altrimenti conosceremmo solo attraverso il bianco e nero della pellicola insieme a qualche scatto del più grande testimone fotografico, del mondo del cinema, ma non solo, Tazio Secchiaroli. Per maggiori informazioni: www.magazzinodellaidee.itinfo@magazzinodelleidee.it

© 9 Dicembre 2019

Galleria fotografica

La locandina

Sfoglia online l’edizione cartacea

Accedi | Designed by Picchio Productions
Copyright © 2012 La Voce di Trieste. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trieste - n.1232, 18.1.2011
Pubblicato dall'Associazione Culturale ALI "Associazione Libera Informazione" TRIESTE C.F. 90130590327 - P.I. 01198220327
Direttore Responsabile: Paolo G. Parovel
34121 Trieste, Piazza della Borsa 7 c/o Trieste Libera
La riproduzione di ogni articolo è consentita solo riportando la dicitura "Tratto da La Voce di Trieste"