La Voce di Trieste

Vendita e licenziamenti di metà Telequattro: La Voce è solidale con i colpiti e con la FNSI

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Osservatorio – problemi dell’informazione

La notizia diffusa da agenzie e stampa quotidiana è che già il 22 dicembre Donata Irneri Hauser, proprietaria ed editrice della storica emittente televisiva triestina Telequattro, ne ha venduto il 50% al gruppo Rete Veneta. Lei rimane presidente, ma il controllo operativo dell’emittente risulta assunto dal nuovo socio attraverso l’amministratore unico del gruppo veneto, Filippo Iannacopulos, nel ruolo di direttore generale.

In funzione di questo nuovo assetto sarebbe stato inoltre comunicato il 29 dicembre, e senza nemmeno avvisarne il direttore responsabile, che non saranno rinnovati i contratti in scadenza due giorni dopo, al 31 dicembre, di sette giornalisti ed otto tecnici, e che verrà chiusa la sede di Gorizia mentre quella di Udine sarà ridotta ad un solo giornalista. Nel frattempo la presidente venditrice sarebbe risultata irreperibile perché andata in vacanza senza affrontare la disperazione dei dipendenti licenziati senza preavviso e le domande degli altri media.

Non si può tuttavìa impedire al proprietario ed editore di una testata di venderne quote, o la proprietà intera (per Telequattro ne aveva manifestata l’intenzione già Giorgio Irneri una ventina d’anni fa, ed è storia che conosco bene e dovrei scrivere); né di andare in vacanza e non rispondere al telefono, delegando ad altri la drammatica dei licenziamenti. Su questi aspetti si possono fare perciò soltanto considerazioni di ordine socioeconomico ed etico.

A cominciare dal fatto che Trieste è in crisi accelerata ancor peggiore di quella nazionale e generale concomitante, e sembra ormai in chiusura e svendita a tutti i livelli ed in tutti i settori. Anche a netto contrasto con l’operato dei molti imprenditori italiani di forte senso etico, che qui ed altrove si impegnano ad affrontare solidalmente di persona la crisi assieme ai loro dipendenti per non licenziarli e per salvare le loro famiglie e l’impresa, rimettendoci pure ingenti somme (e giungendo persino a suicidarsi se il salvataggio non riesce).

Non si può nemmeno dire a priori se il mutamento di proprietà e controllo modificherà la linea editoriale in senso positivo o negativo sul piano dell’informazione. Ma è certo che, come ha immediatmente rilevato la FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana (il sindacato di noi giornalisti, istituzione diversa dall’Ordine professionale) la prassi adottata vìola brutalmente le norme di legge in materia, anzitutto per quanto riguarda i ruoli e l’obbligo di consultazione del direttore responsabile e del comitato di redazione.

E rientra così, aggiungiamo noi, in una sorprendente casistica di violazioni della legalità disinvolte. e per lo più sostanzialmente impunite, da parte di personaggi della ‘Trieste bene’ sia nei settori più disparati che quali editori non professionali (ricordiamo i casi di Tele Antenna e di altre testate, incluso il 7 gennaio 2011 quello del nostro precedente settimanale a stampa). Segnalando così anche un concetto padronale dei mass media e del diritto-dovere d’informazione che appare diametralmente opposto a quanto stabilito dall’ordinamento a tutela sia degli operatori che dei cittadini.

La Voce di Trieste è pertanto pienamente solidale con i colleghi giornalisti e tecnici di Telequattro e con l’azione della FNSI, e ne ospiterà più che volentieri tutte le notizie ed informazioni sul caso.

 

Paolo G. Parovel

© 31 Dicembre 2011

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