La Voce di Trieste

Tetto massimo per gli sconti in libreria

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Polemica dopo l’approvazione della legge Levi

Il 20 luglio il Senato ha approvato in via definitiva la legge Levi che, dal 1° settembre, fissa al 15% il tetto massimo degli sconti che le librerie possono fare sui prezzi di copertina. Il limite potrà salire al 20% nel caso di offerte di un salone del libro o per organizzazioni no profit, biblioteche, musei pubblici, scuole. Si potrà raggiungere il 25%, infine, con le campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori e per massimo un mese, ma non saranno possibili a dicembre, cioè nel periodo natalizio.

Grande soddisfazione da parte dell’Associazione Italiana Editori (www.aie.it) il cui presidente Marco Polillo ha dichiarato: «Si è cercato di garantire in maniera sostanziale le librerie che si rivelano risorsa fondamentale per la diffusione della cultura nel nostro paese anche in un periodo di grande sofferenza economica». Stessa soddisfazione anche per l’Associazione Librai Italiani (www.libraitaliani.it), la quale afferma che tale legge «permetterà finalmente alle librerie indipendenti di competere in un mercato più equilibrato per fornire in modo appropriato un prezioso e utile servizio ai cittadini».

Tutti contenti quindi? Non proprio: le proteste non si sono fatte attendere e già in molti hanno definito la legge una norma contro i consumatori. L’Istituto Bruno Leoni (www.brunoleoni.it) ha raccolto oltre 1000 firme e le ha consegnate al Presidente della Repubblica Napolitano affinché non firmi la promulgazione perché contrasterebbe «con l’art. 41 della Costituzione e si profila come irragionevole secondo l’articolo 3 della Costituzione, restringendo il mercato dei libri e rendendolo meno accessibile a quanti oggi, tra la popolazione meno abbiente, vengono agevolati all’acquisto da sconti invitanti». Anche Ibs (www.ibs.it) e Amazon (www.amazon.it) si sono uniti alle proteste: i due colossi del commerci elettronico, infatti, riuscivano a praticare sconti molto generosi grazie alla vendita per corrispondenza, mentre ora dovranno anche loro rientrare nei limiti di legge. Critiche anche da alcune associazioni di consumatori.

Nonostante le polemiche, le librerie di Trieste sembrano comunque soddisfatte della legge: se la Minerva (www.libreria-minerva.it) sceglie una tattica attendista («La legge è passata, ma già si parla di modifiche: meglio aspettare, ora è prematuro commentare»), molto più decisa è l’opinione della Transalpina (www.transalpina.it): «Speriamo che il Presidente della Repubblica firmi la legge così com’è, è il minimo che si potesse ottenere – dice la titolare – non credo che sarà nulla di drammatico e nessuno se ne accorgerà, se non quelli che vorrebbero una totale deregulation a discapito delle piccole librerie e degli editori minori, con il risultato che i lettori si troverebbero a leggere solo quello che viene loro imposto dalle grandi catene o dagli editori maggiori. Ora si metterà almeno uno stop agli sconti selvaggi». Discorso analogo quello della libreria Svevo (www.librisvevo.it): «Il nostro non può che essere un giudizio positivo, è sicuramente un passo avanti per noi, un traguardo raggiunto dall’Associazione Librai Italiani e da tutti noi».

© 4 Agosto 2011

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