La Voce di Trieste

Il flauto ed i suoni di 50mila anni fa a Koper-Capodistria

di

Cultura – paleoantropologia musicale

Mercoledì 25 maggio, giornata internazionale dei musei, il Museo Regionale di Capodistria – Pokrajinski muzej Koper, che compie i cent’anni, ha inserito tra le celebrazioni una conferenza archeomusicale straordinaria con quello che è sinora lo strumento noto più antico del mondo: il flauto del paleolitico medio rinvenuto nel 1995 nella grotta della Divja baba, sopra il fiume Idrijca presso Cekno (Idrija), non lontano da Trieste.

L’incontro si è tenuto il giorno 25 dalle ore 19 nella sede del Museo (Kidri?eva ulica – via Kidri? 19), dove il musicista accademico Ljuben Dimkaroski farà rivivere i suoni dello strumento con una replica fedele del reperto originale, e l’archeologo dott. Matija Turk terrà una conferenza illustrativa in lingua slovena.

Il flauto, ricavato dalla diafisi di un femore sinistro di giovane orso delle caverne, è venuto in luce  durante gli scavi della grotta condotti dott. Ivan Turk, dell’Istituto di archeologia dell’Accademia delle scienze e delle arti di Lubiana (Inštitut za arheologijo Znanstvenoraziskovalnega centra Slovenske akademije znanosti in umetnosti, Ljubljana).

Le analisi di datazione hanno attribuito lo strumento a circa 55.000 anni fa ed ai neanderthaliani, segnalandolo come più antico dei flauti in osso attribuiti invece all’uomo sapiens e datati fra i 40 ed 30mila anni fa.

Il sito paleontologico e paleoantropologico della grotta della Divja baba ? la ‘donna selvaggia’ delle leggende slovene ? si apre su un ripido versante montano sopra il corso del fiume ed ha dato oltre 600 reperti significativi distribuiti su una decina di livelli stratigrafici, con 20 focolari, residui di cacciagione e più di 67.000 resti di orso delle caverne (in letteratura trovate il sito indicato anche impropriamente al genitivo: Divje babe).

Il flauto è stato rinvenuto nello strato 8 del Pleistocene medio tra reperti del Musteriano, periodo del paleolitico medio che si estende tra i 200.000 ed i 40.000 anni fa ed è associato principalmente all’Uomo di Neanderthal, vissuto tra i 130.000 ed i 30.000 anni fa prima di estinguersi ed in parte ibridarsi in contiguità finale con l’Uomo sapiens moderno.

Dai ritrovamenti musteriani sinora noti tra Europa, Medio oriente e Nordafrica risulta che questa cultura lavorava la selce, il legno e le pelli, praticava la caccia, la costruzione di capanne, il trasporto e forse lo scambio delle selci da grandi distanze, l’uso di decorazioni del corpo e probabilmente di rituali.

Il flauto della Divja Baba vi aggiunge la dimensione e vibrazione spirituale della musica.

(p.g.p.)

 

Nelle foto:

Il flauto
Neanderthal e sapiens
I luoghi della Divja baba

© 23 Maggio 2011

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