La Voce di Trieste

In viaggio sull’albero della vita

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A Gorizia la mostra tanto attesa su Darwin

Ha tardato di circa due anni l’arrivo nella nostra regione della mostra su Charles Darwin progettata per i 200 anni dalla sua nascita. Già parecchie città come Roma, Bari e Milano hanno ospitato questa manifestazione che ha avuto un enorme successo.

Intitolata L’albero della vita. L’evoluzione attraverso gli occhi di Charles Darwin, la mostra si tiene nella splendida cornice di Palazzo Attems Petzenstein, recentemente restaurato, a Gorizia. Promossa dalla Provincia di Gorizia e dai Musei Provinciali della stessa città e realizzata da “Codice. Idee per la cultura”, è aperta dal 12 febbraio, duecentoduesimo anno del genetliaco di Darwin, fino al 19 giugno 2011. In precedenza l’esposizione era partita dagli Stati Uniti, dalla mostra Darwin 1809-2009, curata da due massimi esperti di evoluzione, quali Niles Eldredge e Jan Tattersall, entrambi dell’American Museum of Natural History di New York, con il contributo di Telmo Pievani, professore associato di Filosofia della Scienza presso l’università degli Studi di Milano Bicocca, esperto di teoria dell’evoluzione e con la collaborazione anche di Chiara Ceci.

È un evento che definirei incredibile. Si penetra a fondo un argomento fondamentale come quello dell’evoluzione per selezione naturale. Sovrapponendo i nostri passi alle orme scavate da Charles Darwin in un susseguirsi di ricostruzioni e suoni si va alla scoperta della vita del “padre” del moderno concetto di evoluzione biologica.

Questo viaggio sensoriale ed intellettuale inizia a descrivere Darwin bambino. Nato in una famiglia inglese benestante, fin da piccino passava ore ad osservare il mondo naturale cogliendo le sue infinite peculiarità in una osservazione molto meticolosa. Uova di uccello, conchiglie marine, coleotteri, falene, minerali, erano i suoi passatempi preferiti, esposti sapientemente nella prima sala vi incuriosiranno molto. Parecchi studenti esulteranno nel sapere che a scuola si impegnava poco; non aveva alcun interesse allo studio, tanto che suo padre decise di dargli la possibilità di diventare un parroco. Ripercorrendo l’avventura personale giovanile dello studioso si arriva fino al momento in cui all’età di ventidue anni con un colpo di vento fortunato la sua vita prese un’altra direzione. Una lettera scritta da un suo professore gli offrì un’occasione inaspettata: imbarcarsi a bordo della nave della Marina militare britannica “Beagle” in qualità di naturalista.

Per cinque lunghi anni dal 1831 al 1836 Darwin lavorò ininterrottamente esplorando nuovi territori, spedendo in Inghilterra moltissimi esemplari di specie diverse del tutto sconosciute in Europa. Ma soprattutto con un’ instancabile volontà e accuratezza, scrisse dozzine di taccuini con le sue preziose osservazioni che poi in età matura lo porteranno a formulare la sua teoria. Gli allestimenti con grande maestria rievocano in noi le stesse domande che si fecero largo nella sua mente durante il viaggio e alle quali le concezioni geologiche e biologiche del XIX secolo non sapevano rispondere. La Terra nel tempo doveva aver attraversato dei cambiamenti? Forse c’era qualche relazione tra le specie estinte e le specie viventi? Forse i grandi mammiferi sudamericani estinti, come il gliptodonte che si poteva dissotterrare fossile, era imparentato con l’armadillo attuale?

Ma il momento decisivo che lo trascinerà a varcare i limiti della vecchia teoria del creazionismo di lettura biblica giunge inaspettatamente alle isole Galapagos. La ricostruzione degli ambienti visitati da Darwin è magistrale. I modelli naturalizzati degli animali riproducono in maniera mirabile le specie di fringuelli, tartarughe, cormorani e pinguini  osservati per la prima volta con occhi nuovi. Forse le specie della terraferma potevano aver raggiunto queste isole  per poi essere cambiate, diversificandosi per adattarsi  a questo nuovo ambiente?  Il seme dell’evoluzione iniziò a crescere dentro di lui.

Il percorso espositivo finora si è snodato narrando il periodo più esaltante di un giovane naturalista, legato al viaggio. Ora,  tornato a Londra, inizia un’altra fase del lungo percorso della sua vita; questa volta all’interno della sua mente, attingendo a tutte quelle idee personali scritte all’interno dei taccuini. Emerge giorno dopo giorno in lui la consapevolezza che gli esseri viventi non sono immutabili, al contrario cambiano nel tempo e probabilmente condividono un antenato comune. Si giunge al momento più emozionante dell’itinerario proposto dalla mostra: la riproduzione del taccuino, in cui è disegnato “l’albero della vita”. Sul taccuino B denominato della “trasmutazione”, ovvero dell’evoluzione, il genio traccia uno scarabocchio a forma di albero ramificato, nel quale si vedono le forme di vita più antiche ritratte alla base e i loro discendenti lungo i rami del tronco. Siamo nel 1837. L’illuminazione. Sopra l’albero, scrisse due parole rimaste celebri “I think”, io penso.

Dopo pochi anni Darwin e la sua famiglia lasciarono Londra per andare a vivere nella quiete del Kent nella casa soprannominata “Down House”. Il visitatore viene portato ora a penetrare la realtà molto appartata in cui viveva protetto Darwin, nella riproduzione fedele a grandezza naturale dello studio nel quale concepì questa rivoluzione scientifica. In questo rifugio il germoglio dell’evoluzionismo crebbe. La sua teoria rimase segreta per vent’anni poichè Darwin era timoroso della reazione che la Chiesa avrebbe potuto avere. Fu costretto a rivelare al mondo le sue idee originali soltanto quando ricevette una lettera inviata da un giovane naturalista Alfred Russel Wallace, nella quale veniva descritta una teoria dell’evoluzione simile alla sua.  Il 24 novembre del 1859 pubblicò l’opera più importante della sua vita, L’origine delle specie per selezione naturale, che divenne ben presto il testo più discusso dell’epoca e quello più letto fino ai giorni nostri allo scopo di verificare le teoria dell’evoluzione. Fino alla sua morte continuò a fare ricerche sulle piante carnivore, sulle orchidee, sulle piante rampicanti, sui lombrichi, scrivendo innumerevoli articoli, raccogliendo ulteriori prove allo scopo di dare una base solida sperimentale a queste radici portate alla luce.

La mostra prosegue con un vero salto spazio-temporale a definire gli sviluppi attuali più recenti a conferma dell’evoluzione. Più pannelli ci dimostrano che tutti gli esseri viventi sono il risultato di una discendenza da un antenato comune e che quindi tutti gli animali sono imparentati tra di loro, compreso l’essere umano. Ma il tema più interessante è sicuramente l’evoluzione dell’uomo. Gli organizzatori hanno elaborato un exibit interattivo eccezionale che permette di collegare visivamente i luoghi dei rinvenimenti fossili umani con il tempo dell’evoluzione umana. Di solito sussiste l’idea che l’uomo discenda in maniera lineare dalle scimmie quando invece il processo è avvenuto con casi di coabitazione geografica e temporale di più specie di ominidi, come nel caso  dell’Homo sapiens, dell’Homo neanderthalensis e dell’Homo florensis. Il pannello retrostante presenta pure l’ultimo rinvenimento di cranio fossile di una nuova specie di ominide nel deserto del Djurab nel Ciad, Africa centrale, denominato Sahelanthropus tchadensis risalente a 6.6 milioni di anni fa. Di grande valore sia scientifico che sociale il pannello in cui si evince che Darwin difese l’idea dell’unità biologica dell’umanità, in un periodo nel quale esisteva ancora la schiavitù. Oggi gli studi sul DNA umano hanno infatti dimostrato che le variazioni genetiche sono ridottissime e che pertanto è impossibile classificare gli esseri umani in “razze” definibili.

I modelli, gli exibit originali esposti, i pannelli, gli audiovisivi che ci fanno rivivere l’avventura di Darwin e i suoni che creano nella mente del visitatore le stesse sensazioni provate dallo studioso, fanno di questo evento qualcosa di grandioso.

“Vi è qualcosa di grandioso in questa visione della vita, con le sue varie facoltà, che furono in origine impresse in poche forme o in una sola; e nel pensare che, mentre il nostro pianeta ha continuato a percorrere la sua orbita mosso dalla legge immutabile della gravità, da un inizio così semplice si sono evolute e continuano a evolversi innumerevoli forme bellissime e meravigliose.”

Con questa frase poetica si conclude la sua opera immortale…aveva percepito l’incanto della trasformazione della vita.

La mostra a mio parere si rivolge a tutti, non solo agli esperti. Il percorso è divulgativo, ma rigoroso nei vari approfondimenti e può essere letto a più livelli. Ogni sala ha a disposizione di tutti delle schede esplicative in tre lingue, italiano, inglese e sloveno. Gli allestimenti, le scenografie ed i modelli raccontano questa avventura in maniera suggestiva e soprattutto semplice, adatta alla fruizione anche dei più piccini. A questo proposito uno sponsor ha messo a disposizione uno spazio per i bambini, mentre le scuole possono usufruire di facilitazioni con l’azienda dei trasporti.

Per tutti è disponibile un servizio di accompagnamento con le Dott.esse M. Erbisti e K. Mignozzi, a cura dell’Immaginario Scientifico del Friuli Venezia Giulia, il nostro Science Centre che da anni si occupa di divulgazione scientifica e tecnologica con molto successo e seguito.

 

Infine, a completare questo evento gli organizzatori hanno previsto nei prossimi mesi tre incontri con esperti del massimo livello della ricerca scientifica italiana.

 

  • 11 marzo ore 18.00 – E. BONCINELLI – “Geni della scienza e geni dell’uomo. Darwin e il genoma”
  • 29 aprile ore 18.00 – G. VALLORTIGARA – “Animali intelligenti e stupidi compreso l’uomo”
  • 20 maggio ore 18.00 – M. BERICA RASOTTO – “Genitori nel blu. Cure parentali e riproduzione in ambiente marino”

 

LUOGO: Palazzo Attems Petzenstein – Piazza De Amicis, 2, Gorizia – Tel. 0481 547541 / 54499 – Fax 0481 531798

ORARIO: Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì

BIGLIETTI:

Intero 6 €
Ridotto 4 €: gruppi minimo 20 persone, meno di 18 anni e più di 65 anni, studenti universitari
Speciale scuole 2 €
Gratuito fino a 6 anni
Visite didattiche 2 € a studente
Visite guidate obbligatorie per gruppi 2 € a persona
La biglietteria chiude alle 18.00

Per visite guidate di gruppi e/o classi è necessaria la prenotazione. Si effettua telefonando alla Segreteria didattica dell’Immaginario Scientifico da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.30 al tel. 040 224337

Per informazioni sulla mostra: www.alberodellavitadarwin.orgwww.immaginarioscientifico.it

 

Foto 1: Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia

Foto 2: Ricostruzione dello studio di Darwin

Forto 3: Il fossile del gliptodonte, fossile, antenato dell’armadillo con le Dott.esse M. Erbisti e K. Mignozzi


© 22 Febbraio 2011

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La locandina

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