La Voce di Trieste

Marina Monassi al Porto e la concessione illegittima di Boniciolli

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Trieste 22 gennaio – Marina Monassi si è reinsediata come presidente dell’Autorità Portuale, nominata secondo copione dal Governo Berlusconi entro una terna formale di candidati, che in realtà era illegittima ed improponibile perché formata in violazione di legge e limitata al misero microcosmo politico locale: l’uscente Boniciolli, Monassi e Roberto Dipiazza, sindaco in scadenza.

La legge prevede infatti (L. 84/1994, art. 8) che la terna sia formata da “esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”, ma nessuno dei tre predetti possiede questi requisiti, per i quali occorrerebbe ricercare un tecnico vero con un concorso nazionale ed internazionale. Ed in graduatoria di competenza relativa il Dipiazza era a zero, preceduto da Monassi e da Boniciolli. Dipiazza si era inoltre fatto nominare illegittimamente candidato del Comune non dal consiglio che ne ha il potere autonomo, ma dalla giunta nominata da lui stesso, Monassi risulterebbe incompatibile a causa di un contenzioso erariale per la sua precedente gestione del porto, e Boniciolli ha appena concesso illegittimamente un enorme settore di zona franca del nostro cosiddetto Porto vecchio alla speculazione immobiliare ed edilizia. Per 70 anni: in pratica per sempre. Siamo quindi all’ennesimo strazio, di bassa politica e speculazione sterile, dell’unica risorsa economica speciale che Trieste possiede: le sue aree di Porto Franco internazionale. Dove si potrebbero creare decine di migliaia di posti di lavoro d’ogni genere, diretto ed indotto, concedendovi spazi per attività legittime e proficue ai richiedenti internazionali.

Che si sono fatti avanti spesso ed anche in tempi recenti, ma hanno ottenuto solo silenzi o dinieghi. Perché lo sviluppo produttivo delle attività di zona franca portuale, con lavoro per tutti, impedirebbe la speculazione edilizia ed immobiliare che invece alimenta soltanto gli speculatori ed i loro amici nelle istituzioni, qui come altrove.
È un comportamento politico-amministrativo vergognoso quanto il fatto che noi ci troviamo ad essere i soli a denunciarlo. Non perché altri non se ne rendano conto, ma perché vengono impediti o dissuasi a scriverne dai vecchi e nuovi intrecci di poteri parassiti, malaffari, inerzie e paure che dominano ancora questa nostra città.
In ogni caso, e sino a revoche incidentali imprevedibili, Marina Monassi presiede ora il porto ed ha diritto come ognuno di venir giudicata per quello che farà in questo suo nuovo mandato, e non per pregiudizi più o meno fondati su fatti precedenti, e tantomeno su questioni personali.
Ed il banco di prova immediato della sua nomina è proprio la concessione illegittima del Punto Franco Vecchio (o Porto Vecchio) al “riuso” immobiliare, che il suo predecessore ha voluto concludere d’intesa col Dipiazza prima di dover lasciare i rispettivi incarichi.
Abbiamo la prova documentale che Monassi è perfettamente al corrente dell’illegittimità della concessione, perché nel suo precedente mandato alla presidenza dell’Autorità Portuale ha addirittura confermato ufficialmente per iscritto (2.2.2005: si veda lo stralcio allegato) che anche per il Punto Franco Vecchio l’Autorità ha il dovere di esercitare e rispettare «il connato munus publicum internazionale […] valorizzando il regime giuridico del Porto Franco e preservandolo da coloro che in passato hanno attaccato l’istituto de quo.»
Come nuova presidente non può quindi non sapere che adesso è dovere del suo pubblico ufficio ripristinare subito la legalità nell’interesse collettivo, bloccando ed azzerando tempestivamente, senza attendere i ricorsi, la concessione illegittima che il suo predecessore ha firmato con tanta fretta prima di lasciarle il posto.
Se Marina Monassi lo farà, come l’avrebbe certamente fatto l’ammiraglio Monassi suo padre, e si muoverà con sollecita efficacia anche per offrire le aree di zona franca ai richiedenti internazionali vecchi e nuovi sinora respinti, potrà divenire una presidente del Porto valida.
Mentre nel caso contrario si renderebbe corresponsabile, con Boniciolli, di quelle stesse violazioni di legge e degli enormi danni conseguenti. Rendendo la propria nomina un’altra scelta politica rovinosa e da far revocare appena possibile. (pgp)

 


© 25 Gennaio 2011

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