La Voce di Trieste

Il Governo italiano alimenta i nuovi traffici di schiavi e le tensioni in Libia

Il Governo italiano alimenta i nuovi traffici di schiavi e le tensioni in Libia

26 giugno 2016, la nave irlandese LÉ Róisín soccorre un gommone di migranti al largo di Tripoli (Irish Defence Forces – Flickr – CC BY 2.0)

Analisi di Paolo G. Parovel

Malgrado l’opposizione degli altri Paesi europei, il Governo italiano ha continuato ad accogliere nei porti dell’Italia meridionale un flusso continuo di immigranti clandestini dall’Africa, attraverso la Libia, che non sono rifugiati di guerra, li definisce “migranti” che devono essere accolti ed integrati per dovere umanitario, denuncia i crimini dei trafficanti che li trattano come schiavi ed afferma di voler aiutare la Libia a bloccarli con navi da guerra italiane.

La verità è che questo flusso di immigranti clandestini è davvero un nuovo traffico di schiavi deportati dall’Africa, che il Governo italiano lo alimenta e lo usa anche come pretesto per tentare di estendere la propria influenza politico-militare sulla Libia destabilizzata dalla guerra civile, e che queste operazioni italiane hanno conseguenze umanitarie e strategiche intollerabili.

Perché è un nuovo traffico di schiavi

Questo nuovo traffico di schiavi non ha bisogno di usare catene visibili, perché le vittime africane vengono convinte a partire con miraggi di benessere in Europa, derubate e scaricate nell’unico Paese che le accoglie senza poterle integrare: l’Italia in piena recessione economica e sociale, che ha già 8 milioni di cittadini poveri, 5 milioni di disoccupati (il 40% dei giovani) e non riesce a gestire nemmeno i rifugiati di guerra dal Medio Oriente e gli immigrati dai Balcani.

In Italia perciò la massa crescente degli immigrati clandestini africani diventa la sottoclasse sociale più emarginata, discriminata, indifesa, e più sfruttata dai politici e dalle organizzazioni criminali per speculare sulle assistenze pubbliche, per alimentare i mercati illegali del lavoro nero (in particolare nell’agricoltura) della prostituzione, dello spaccio di droghe (1/3 dei carcerati in Italia sono immigrati clandestini), e per aumentare i voti dei movimenti politici razzisti.

Emergenza umanitaria e strategica

Lo spostamento di masse di immigrati clandestini dall’Africa in Europa attraverso la Libia e l’Italia è un’emergenza umanitaria internazionale evidente. Ma è anche un’ emergenza strategica che aggrava le situazioni di crisi strutturale e militare dell’area euromediterranea ed africana.

Indebolisce infatti le strutture economiche, sociali e politiche dei Paesi d’origine, di transito e di arrivo di questi “migranti”, pone in conflitto i loro diritti umani con i diritti delle popolazioni residenti e fornisce all’Italia pretesti per interferire nella guerra civile in Libia, sua ex colonia (1912-1947), con promesse di aiuti militari che incrementano la conflittualità interna ed estera delle fazioni libiche.

Chi alimenta il traffico di schiavi

Anche i traffici di esseri umani sono alimentati dalle leggi di mercato elementari della domanda e dell’offerta. Ma questo traffico di uomini, donne e bambini africani attraverso il Sahara ed il Mediterraneo non è alimentato dalla domanda di acquisto. È alimentato dall’offerta ingannevole del Governo italiano di dare loro un’integrazione sociale ed economica di massa che in realtà è impossibile sia in Italia che nel resto d’Europa. Perché è questa speranza illusoria che spinge le vittime e le loro famiglie ad affrontare le spese, i pericoli e le sofferenze dei viaggi clandestini organizzati da schiavisti moderni senza scrupoli.

La responsabilità principale di questo traffico di schiavi e dei crimini commessi dagli schiavisti contro le vittime è perciò dello stesso Governo italiano che si vanta di assisterle accusando di cinismo gli altri Governi europei, e dei politici ed intellettuali italiani che lo appoggiano in queste operazioni. Ed in particolare del confuso, ambiguo e compromesso “Partito Democratico”(PD) che guida dal 2013 anni Governi italiani non eletti dal popolo.

Conclusioni

È evidente che il dovere e diritto di intervento umanitario internazionale non riguarda soltanto il soccorso e l’assistenza alle vittime africane degli schiavisti ammassate in Libia e trasportate in Italia. Riguarda anche, e contemporaneamente, le azioni necessarie per troncare prima possibile questo traffico di nuovi schiavi, che è anche una minaccia strategica crescente.

Ma per troncarlo non occorrono spedizioni militari internazionali. È sufficiente impedire al Governo italiano di continuare nell’attività criminosa ed ipocrita di alimentare il traffico di esseri umani dall’Africa in nome dell’umanitarismo promettendo alle vittime integrazioni impossibili, che diventano schiavitù economica in ambienti ostili. Perché i gravi problemi dei popoli africani si possono risolvere soltanto aiutandoli fraternamente a costruirsi una vita prospera nelle loro terre.

Vittime del naufragio di un trasporto di clandestini sulle coste della Sicilia

© 5 Agosto 2017

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