La Voce di Trieste

Rigassificatori a Trieste: Gas Natural denunciata alla Procura per minacce

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La legge è uguale per tutti

Ogni cosa ha un suo limite di decenza, e questo vale anche per i tentativi ingannevoli e sempre più arroganti della multinazionale spagnola Gas Natural di venirci ad imporre a casa nostra, con piglio coloniale e non poche complicità politiche ed istituzionali, un suo rigassificatore superato, inquinante, rovinoso per il porto e pericolosissimo per i rischi di incidenti e di facili attentati terroristici.

Il limite è stato definitivamente superato nei giorni scorsi con la scelta di Gas Natural di forzare la situazione minacciando temerariamente di cause per danni tutti gli oppositori, dai ministeri agli enti locali, alle associazioni ambientaliste, a noi giornalisti.

Queste intimidazioni oltre che intollerabili sono anche reato, e se la minutaglia politica locale ha un minimo di dignità a questo punto la questione rigassificatori a Trieste dovrebbe essere chiusa davvero, e per sempre.

Per quanto riguarda La Voce, come giornalista e direttore responsabile ho provveduto a rispondere immediatamente alle intimidazioni con una denuncia penale adeguata, alla quale altri potranno associarsi. La riportiamo qui di seguito integralmente:

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste

Denuncia – querela ex artt. 612 e 318 c.p. ed art 21 Cost.

presentata da Paolo G. Parovel, giornalista, a carico dei responsabili, da identificarsi, della sotto descritta lettera di pubblica minaccia di Gas Natural nei confronti delle istituzioni, dei cittadini e della stampa italiane e slovene.

1. Sulla città, il porto ed il golfo di Trieste pendono, come noto, richieste di due imprese multinazionali per la realizzazione di due rigassificatori (uno nel porto ed uno su piattaforma marina al largo) e del relativo gasdotto, soggetti anche a parere della confinante Repubblica di Slovenia.

2. Il 19.12.12 il ministro italiano dell’Ambiente, Corrado Clini, ha comunicato alle autorità di Trieste di avere disposto, su informazioni e richiesta della presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, Marina Monassi, il riesame degli impatti ambientali dei tre impianti. e ciò a giusto e doveroso sollievo di gravi, fondate e documentate preoccupazioni d’interesse pubblico su impatti ambientali, sanitari ed economici fondatamente temuti gravi ed irreversibili.

3. Secondo il quotidiano locale Il Piccolo del 22.12.2012, p. 21: «Chiederemo i danni a chi ostacola il progetto») la multinazionale spagnola Gas Natural avrebbe reagito immediatamente a tale decisione governativa italiana con una lettera ufficiale di contestazione pesantemente minacciosa, indirizzata ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico ma sostanzialmente diretta all’intera collettività.

4. Nei passi della lettera riportati o riferiti dal quotidiano la multinazionale non si limita infatti ad sostenere totalmente infondati ed illegittimi la decisione ministeriale, il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni ai propri progetti e tutte le opposizioni ad essi, ma minaccia anche di azionare contro i responsabili pesanti azioni giudiziarie «in tutte le sedi amministrative, civili e penali» con richieste di danni ovviamente ingentissime.

5. Tale minaccia della multinazionale è dunque rivolta con scopi intimidatori alla totalità ed a ciascuno dei soggetti comunque coinvolti nelle decisioni sulle richieste di Gas Natural, sia in Italia che in Slovenia: i rispettivi governi, singoli ministeri e loro ministri e funzionari; amministrazioni regionali, provinciali, comunali ed i loro amministratori elettivi (sindaci, presidenti, giunte, consigli, assessori, consiglieri) e funzionari; organizzazioni della società civile, organi di stampa, giornalisti e cittadini critici.

6. A prescindere dalle implicazioni etiche e giuridiche generali di violazione dei principi democratici e dei diritti umani (v. anche sotto ad 9), nell’ambito dell’ordinamento penale italiano tale pressione intimidatoria appare rientrare nelle ipotesi di reato specifiche della minaccia grave (art. 612, 1° e 2° c.p.) di danno ingiusto, rivolta sia a singole persone, sia (art. 338 c.p.) a corpi politici ed amministrativi, loro rappresentanze e pubbliche Autorita’ costituite in collegio, allo scopo di impedirne o turbarne l’attività influendo sulle loro deliberazioni, sia agli operatori della libertà d’ informazione (tutelata dall’art. 21 Cost.). E ciò in quanto:

a) il danno minacciato è palesemente ingiusto, sia perché i titoli ed i motivi delle verifiche ed opposizioni che esso colpirebbe per impedirle sono provatamente e notoriamente legittimi e tecnicamente fondati, sia perché Gas Natural non risulta avere ancora maturato alcun diritto definitivo di attuazione dei progetti che possa dare luogo a risarcimento di danni;

b) il danno minacciato consiste tuttavìa già nell’apertura temeraria di procedimenti giudiziari offensivi che impongono comunque alla parte aggredita impegni, spese, conseguenze, tempi ed incertezze difensivi rilevanti, che per i soggetti individuali ed istituzionali economicamente più deboli risultano eccessivamente gravosi o del tutto insostenibili;

c) la minaccia è materialmente e psicologicamente credibile, e potenzialmente efficace, poiché la multinazionale si presume abbia invece i mezzi economici per attuarla, anche su vasta scala, con impegni di spesa comunque marginali rispetto ai profitti che l’azione minacciosa potrebbe sbloccare causando desistenze di oppositori e forzando decisioni istituzionali.

7. È contemporaneamente notorio e provato che nelle istituzioni nazionali e locali operano da tempo politici di diversi partititi e funzionari che appoggiano attivamente o passivamente le richieste della multinazionale Gas Natural nonostante, o senza rilevare adeguatamente, l’evidenza degli interessi pubblici contrari di rango locale, nazionale e comunitario europeo.

8. Risultano inoltre notoriamente in corso a e da Trieste, anche da parte dei predetti o col loro favore, campagne di sabotaggio attivo e passivo, e persino denigrazione, contro i membri del Governo (come il Ministro Clini), i funzionari dello Stato (come la presidente in carica dell’Autorità Portuale) ed i politici, giornalisti ed organi di stampa che in qualsiasi modo riservino doverosa attenzione critica d’interesse pubblico ai progetti ed alle pressioni così pesantemente invasivi di Gas Natural.

9. Suscita infine legittima inquietudine, anche alla luce di tali circostanze, il fatto che la medesima multinazionale sia tra quelle oggetto di severe indagini e di dura condanna etica internazionale recente (maggio 2010) da parte del TPP – Tribunale Permanente dei Popoli, perché accusate di gravi violazioni dei diritti umani delle popolazioni di Paesi deboli dell’America Latina.

Tutto ciò considerato e qui esposto, trovandomi tra i soggetti più impegnati nelle attività critiche dei progetti di rigassificazione a Trieste quale cittadino, giornalista e responsabile direzionale ed editoriale A.L.I. del periodico indipendente la Voce di Trieste, formulo nell’interesse mio e pubblico
denuncia-querela, nelle ipotesi di reato di cui sopra ad 6, a carico dei responsabili delle descritte minacce ufficiali scritte formulate a nome della multinazionale Gas Natural e/o di sue articolazioni societarie nazionali od estere, con estensione contestuale delle indagini a tutte le circostanze inerenti qui esposte, incluse quelle di cui sopra ad 7 ed 8, e chiedo siano perseguiti questi e tutti gli altri reati che le indagini dovessero evidenziare a carico di chiunque.

Tengo a disposizione e mi riservo di produrre ogni integrazione documentale ed analitica utile alle indagini, e chiedo di essere avvisato delle eventuali richieste di proroga delle stesse o di archiviazione del procedimento. […]

Trieste, 29 dicembre 2012 – Paolo G. Parovel

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