La Voce di Trieste

Cosa buttiamo dell’anno passato?

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Gli errori del passato e le speranze del futuro

E proprio vero il detto popolare: l’epifania tutte le feste si porta via. Per gli studenti le vacanze sono finite e fino a carnevale tutti a scuola. Proprio però nella notte tra il 5 e il 6 gennaio in molte città italiane si è bruciata la Befana. Quello di bruciare la cara vecchietta è un rito il cui inizio si perde nella notte dei tempi connesso a tradizioni agrarie pagane. Questa signora rappresenta l’anno trascorso che è pronto a far spazio all’anno nuovo. Una parte dell’anno, quindi, in cui si concentrano speranze e aspettative per il raccolto futuro, da cui dipende l’andamento dell’intero anno nuovo, nella speranza che quest’ultimo sia migliore del precedente. Una festa di cui molti ragazzi non conoscono nemmeno l’esistenza. Per carità, non occorre farne un dramma, ma se c’è la possibilità perché non ridarle vita? Detto, fatto. Basta entrare in classe raccontare la storia e poi chiedere: tu che cosa butteresti nel fuoco dell’anno appena passato?

I primi ad essere lanciati nel grande falò sono stati, ovviamente, alcuni insegnanti quelli che hanno fatto soffrire, quelli che non hanno capito, che non sono stati umani. Ma anche gli amici che hanno tradito, ferito e fatto piangere, non hanno fatto una bella fine, come pure quelli che non sono stati vicini e non hanno teso la mano nel momento del bisogno. E quando il fuoco stava languendo prontamente sono stati aggiunti libri e testi scolastici che, come scrive Giacomo, bruciano benissimo. E non sono mancate le sorprese, perché, checché se ne dica, i giovani sanno essere profondi: nel fuoco più di qualcuno butterebbe le insicurezze che non rendono la vita facile, ma anche i propri errori, le bugie, le falsità, l’incapacità di portare a termine un compito. Ovviamente i picconi. Ma i più arditi anche lanciato volentieri anche cellulari e computer che hanno portato via tempo prezioso. Sara invece non butterebbe assolutamente nulla, nonostante ci siano stati periodi negativi, scelte sbagliate ed errori importanti, perché non vuole dimenticare nulla di quello che ha fatto o è accaduto nel 2011. E voi cari lettori, immaginate di avere ancora davanti a voi il bel falò. Che cosa buttereste del vecchio anno?

Ma la tradizione non si ferma qui, perché mentre la Befana brucia, il vento porta con sé il fumo e le faville del falò e, a seconda della direzione in cui andrà, l’annata sarà buona o cattiva:  il garbìn, vento vorticoso con direzione sud-ovest, annuncia la pioggia, essenziale per preparare i campi al prossimo raccolto, mentre il vento fùrlan, da nord-est, porta tempo asciutto, il terreno sarà quindi arido e porterà scarse messi. Quest’anno sembra che il vento non abbia soffiato nella direzione giusta ma noi, in classe, abbiamo sempre dei poteri magici che ci permettono di stravolgere le previsioni, quindi sempre con carta e penna in mano scriviamo: il fumo del falò, quest’anno va nella direzione giusta e questo sta ad indicare che, in quest’anno? In molti hanno scritto che faranno di tutto per migliorare i propri voti, segno che hanno capito che forse è il caso di rimboccarsi le maniche visto che a breve arriveranno nelle famiglie i primi fogli infraquadrimestrali che illustrano la situazione del singolo studente. Anche rinsaldare vecchi rapporti o ricucire amicizie un po’ logore, rientra nel piano di qualcuno. Ma c’è anche chi desidera coltivare amicizie vere e perché no, come dice Daniele, anche se ha solo quattordici anni, trovare la donna della propria vita. Come dargli torto? E voi cosa desiderate per il nuovo anno? Che impegni vi sentite di prendere?

© 18 Gennaio 2012

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